Prima campanella senza mascherina, in classe 57mila studenti non vaccinati

Il ritorno a scuola. Circolare del ministero: stop alle misure anti-Covid, dal 1° settembre le nuove regole. Sono quasi 110mila gli under 19 bergamaschi finora immunizzati. Il virologo Pregliasco: più rischi in autunno.

Ritorno a scuola: ritorno alla normalità? Sì, o quasi. Appena si volterà pagina del calendario, da giovedì 1° settembre, la scuola passerà alle nuove regole: la novità più importante è l’abbandono della mascherina, dopo due anni. Stop, fine dell’obbligo più vistoso e discusso. Il virus, inevitabilmente, continuerà però a circolare: anche perché, tra gli studenti bergamaschi dalle elementari in su, due terzi sono vaccinati e un terzo invece non è vaccinato. In valori assoluti: quasi 110mila studenti bergamaschi sono vaccinati, e quasi 57mila invece non lo sono. È quanto emerge incrociando i dati dell’Ats sulla copertura vaccinale diffusi a metà settimana e l’«anagrafe» dell’Istat.

«Scelte di mediazione»

La vaccinazione è autorizzata a partire dai 5 anni, in sostanza dall’ultimo scorcio dell’asilo. Nella fascia 5-11 anni, su circa 73mila bergamaschi, solo il 40% ha aderito alla vaccinazione (prima e seconda dose: la terza dose è autorizzata solo dai 12 anni). È questa la «zona» meno coperta, che coincide grosso modo con le elementari: restano scoperti 44mila alunni, anche se va considerato – vale per i più piccoli ma anche per le altre fasce d’età – che c’è una quota significativa di bimbi non vaccinati che però hanno già fatto il Covid, dunque con una guarigione che ha consegnato un’eredità immunitaria utile a ridurre il rischio di malattia grave.

«La ripartenza delle scuole sarà un elemento di aumento di rischio, è una di quelle situazioni sociali che possono determinare condizioni di rialzo della circolazione virale, ma tutto può essere gestito con sicurezza. Lo stop alla mascherina? È una scelta di mediazione, come sempre, e di fattibilità»

Salendo con l’età, la performance è decisamente più alta: tra i 12 e i 15 anni si è vaccinato in totale l’83% dei bergamaschi; il 52% ha ricevuto anche la terza dose, e solo 8mila bergamaschi di quest’età risultano non vaccinati. Se si passa poi ai 16-19 anni, si leggono risultati ancor più importanti: ha aderito alla vaccinazione il 90% di questi adolescenti (il 70% ha anche la terza dose), e ne restano fuori meno di 5mila.

La ripresa delle scuole a settembre, allora, è un banco di prova. «È un dato di fatto che la vaccinazione abbia avuto adesioni basse tra i più piccoli – rileva Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano –. La ripartenza delle scuole sarà un elemento di aumento di rischio, è una di quelle situazioni sociali che possono determinare condizioni di rialzo della circolazione virale, ma tutto può essere gestito con sicurezza. Lo stop alla mascherina? È una scelta di mediazione, come sempre, e di fattibilità. Nelle linee guida, comunque, si dice che in condizioni epidemiologiche peggiorate possano essere adottate scelte diverse, più prudenti. È giusto partire così, ma teniamo conto che potrebbero essere necessari adeguamenti, anche se speriamo di no».

«Prepariamoci, come in Australia, a una stagione influenzale più significativa. Lo scenario non sarà certo apocalittico, ma di relativo aumento della pressione»

Più in generale, è tutto lo scenario autunnale a essere costellato da rischi in aumento. «È una stagione di per sé facilitante per i virus respiratori – spiega Pregliasco –, perché si sta al chiuso e perché ci sono sbalzi termici. E prepariamoci, come in Australia, a una stagione influenzale più significativa. Lo scenario non sarà certo apocalittico, ma di relativo aumento della pressione. Serviranno interventi di buon senso: prosecuzione della campagna di vaccinazione, uso degli antivirali». Tra l’altro, in questi giorni si osserva già un generale aumento dei contagi: «Può influire il fatto che prima si sfuggiva al tampone per via dell’estate, ora la tendenza è ridotta – premette l’esperto –. Ma il virus continua a modificarsi, e la nuova variante Centaurus può diventare prevalente».

Le nuove regole

Le nuove regole per la scuola scattano dal 1° settembre: i primi a sperimentarle saranno gli studenti delle superiori in quei giorni ancora impegnati negli esami di riparazione. Dal 12 settembre, poi, il via alle lezioni. Ma quali sono le novità? In primis si torna a scuola senza mascherine, salvo che per il personale a rischio e gli alunni a rischio. Non ci saranno più gli orari diversificati (addio al doppio turno d’ingresso ore 8-ore 10) e non sarà più obbligatorio il distanziamento dei banchi (si potrà tornare «a coppie», anche se molti istituti, specie nelle superiori, sono orientati a mantenere le postazioni singole).

«Alcune buone pratiche potranno essere mantenute, penso al distanziamento e alla costante igienizzazione, anche per essere più pronti in caso di nuove disposizioni».

Stop anche alla didattica a distanza: gli alunni a casa per il Covid non seguiranno più le lezioni online (a meno che la scuola, in autonomia, decida di mantenere questa possibilità), ma perderanno le lezioni come avveniva nel pre-Covid per l’influenza o per qualsiasi altro malanno o motivo. Attenzione: queste sono le regole «base», quelle adottate alla ripartenza di settembre, inserite nella circolare - appena arrivata agli Uffici scolastici - nella quale il ministero dell’Istruzione sottolinea come le disposizioni emergenziali previste in questi anni di pandemia al 31 agosto terminano la loro efficacia. Ma le indicazioni messe a punto da ministero e Istituto superiore di sanità descrivono anche scenari diversi, di aggravamento del rischio epidemiologico, e un quadro di contromisure da adottare: in caso di peggioramento della pandemia, via via si potrà di nuovo prevedere l’utilizzo delle mascherine e il distanziamento. «Considerando che la mascherina non è più obbligatoria quasi ovunque, sarebbe apparso ingiusto chiedere agli studenti di mantenerla – la riflessione di Gloria Farisé, presidente della sezione bergamasca dell’Associazione nazionale presidi e dirigente del Liceo Falcone -. Alcune buone pratiche potranno essere mantenute, penso al distanziamento e alla costante igienizzazione, anche per essere più pronti in caso di nuove disposizioni».

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