«Questi marciapiedi normalmente usurpati». L’Aci: pedoni a rischio

LA SEGNALAZIONE. Valerio Bettoni, presidente dell’Aci di Bergamo, torna sul tema monopattini e marciapiedi. «I marciapiedi sono a modo loro una bussola di diffusi comportamenti, la maggior parte dei quali vanno sotto la voce “maleducazione diffusa”».

Bergamo

«Quotidianamente presi dai grandi avvenimenti, abbiamo scarsa attenzione alle cose considerate “secondarie” e ci si arrende alla loro progressiva marginalità. I marciapiedi sono a modo loro una bussola di diffusi comportamenti, la maggior parte dei quali vanno sotto la voce “maleducazione diffusa”, con sinonimi altrettanto evidenti quali l’invasività crescente, l’arroganza e la prepotenza mostrate da chi ritiene di potersi concedere qualsiasi licenza che gli passa per la testa. E poco importa se molti utenti sono a rischio quotidiano quando percorrono uno spazio che dovrebbe essere loro riservato». Lo scrive in una lettera accorata il presidente dell’Aci Valerio Bettoni.

«Molti pedoni sono a rischio quotidiano quando percorrono uno spazio che dovrebbe essere loro riservato»

«I più si fanno da parte, scendono rassegnati sulla strada correndo qualche rischio, preferiscono evitare discussioni e insolenze. Capita di vedere anche mamme o nonne che spingono una carrozzella con bambino e lasciano il marciapiede per “cederlo” a utenti in bicicletta o monopattino. Sorvoliamo anche su alcuni di questi utenti in bici o monopattino che vanno contromano, tanto sulla strada quanto sul marciapiede. Per come vanno le cose è lecito pensare che ci siano ben pochi pedoni propensi a credersi legittimi utenti esclusivi di quegli spazi creati proprio per chi “marcia a piedi”».

Mancanza di rispetto

«Ci si aspetterebbe però che ciclisti e conducenti di monopattini usassero un minimo di cortesia e rispetto verso anziani che camminano appoggiandosi a bastone o mamme già in difficoltà a procedere con la carrozzella. Ora poi che all’esterno di diversi bar e ristoranti ci sono aree attrezzate per ospitare clienti, i frequenti “dehor”, aumentano disagi e rischi di chi è costretto a qualche slalom per cedere il passo, i disagi. Ci si può soltanto rassegnare ad accettare tale stato delle cose (con tendenza a un possibile incremento dell’andazzo) o è ancora possibile sperare in un sussulto di riconoscimento a un’etica comportamentale di civico “fair play”?».

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