Ragazze meno brave in matematica? A Bergamo l’equazione non torna

SCUOLA. I dati nazionali dei test Ocse-Pisa indicano un divario ampio tra maschi e femmine. Al Mascheroni: «Non c’è differenza nei rendimenti».

L’equazione, almeno qui, sembra non tornare. Anche a Bergamo c’è una differenza di genere nelle competenze matematiche di studenti e studentesse? No, almeno secondo chi quella materia la insegna quotidianamente.

I risultati dei test Ocse-Pisa 2022 – la rilevazione internazionale tra i principali Paesi del globo, condotta lo scorso anno col coinvolgimento di oltre 10mila studenti in tutta Italia e quasi 700mila studenti in tutto il mondo – raccontano di una forbice ampia in Italia: nelle prove di matematica i ragazzi hanno ottenuto in media un punteggio superiore di 21 punti rispetto alle ragazze, il gap più ampio tra tutti gli 81 Paesi che hanno partecipato alla rilevazione, e nel Nord-Ovest del Paese la differenza sale addirittura a 33 punti in favore dei maschi. Viceversa, nella lettura sono le ragazze ad andare meglio, con 19 punti in più; in scienze, invece, il divario è relativamente stretto.

I dati locali

Risultati che vanno «pesati», riflette il mondo-scuola. Anche a Bergamo. «Nei licei non riscontro una differenza così forte sulla matematica – ragiona Paola Crippa, dirigente scolastica del Liceo Mascheroni di Bergamo e reggente del Turoldo di Zogno –. È vero che da parte delle ragazze c’è una minor propensione a partecipare alle competizioni di matematica, le Olimpiadi che mettono a confronto studenti di diverse scuole e di tutta Italia, ma nei rendimenti scolastici non noto una differenza di genere». «Vale sia per il Mascheroni sia per il Turoldo», rileva Crippa incrociando un «osservatorio» sulla città e uno sulla provincia, «e anche nella mia precedente esperienza di dirigente in un istituto comprensivo non si segnalavano particolari problemi».

Minore competitività

Il focus va spostato verso un’altra chiave di lettura: «Per quanto riguarda i risultati, le ragazze non sono inferiori – conferma Elena Daldossi, vicepreside del Mascheroni, professoressa di matematica che segue le gare di questa disciplina -. Forse tra le ragazze c’è una minor competitività rispetto a queste materie: è vero che partecipano di meno alle gare rispetto agli studenti, abbiamo un rapporto attorno al 70% di partecipanti maschi e 30% di femmine, e vale anche per le competizioni di fisica e astronomia. Per i risultati no, anzi: spesso vanno meglio le ragazze». In altri termini: sulla matematica, non va confusa competitività (minor partecipazione alle gare) con le competenze (le capacità, i risultati scolastici). «Forse c’è una questione più profonda, culturale, legata al fatto che le studentesse sono più cooperative e meno competitive», riflette Daldossi.

Discipline Stem

Se la quotidianità tra i banchi è incoraggiante su scala bergamasca, la sfida per tutto il sistema-Paese è storicamente quella di avvicinare più ragazze alle discipline «Stem», i percorsi universitari legati a scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, dove gli iscritti sono in maggioranza maschi. «È un tema su cui stiamo lavorando molto con buoni risultati – conferma la dirigente Paola Crippa –: guardando alle scelte dei nostri diplomati, per Medicina abbiamo più femmine che maschi, in Informatica la prevalenza è maschile, nelle Biotecnologie c’è un sostanziale pareggio, in Ingegneria si sta rafforzando la partecipazione femminile». «Chi studia al Mascheroni, sia nell’opzione del liceo scientifico tradizionale sia per scienze applicate, ha già un certo orientamento per le discipline Stem – aggiunge Elena Daldossi –, e infatti vediamo numeri molto positivi per le ragazze che poi si iscrivono a Ingegneria, Fisica, Matematica o Medicina».

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