
Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 08 Settembre 2025
Rifugi, nella Bergamasca un’estate di grandi numeri. Anche dall’estero
MONTAGNA. In quota pure da Germania, Usa, Israele: «Tanti neofiti, lavoriamo per dare informazioni utili».

Ormai non è più una sorpresa, semmai la conferma che l’esplosione della frequentazione delle terre alte, registrata a partire dal 2020, dopo la pandemia e i mesi di lockdown, non è stata un fuoco di paglia. Anzi, è un fenomeno in continua crescita, vuoi per una gita in giornata (e come cartina da tornasole del maxi afflusso in questo caso basterebbero le lunghe code di ogni fine settimana lungo le strade di accesso alle valli) o per una vacanza più lunga, pernottando nei rifugi, che soprattutto nei fine settimana erano quasi sempre al completo, in alcuni casi con prenotazioni esaurite anche diverse settimane in anticipo. I rifugi delle Orobie bergamasche, che nella maggior parte dei casi resteranno aperti tutti i giorni fino al 14 settembre e poi ancora per diversi fine settimana fino a novembre, tracciano un bilancio con il sorriso alla fine di un’estate che è stata condizionata solo in parte - luglio soprattutto - dal maltempo. Ma le belle giornate di giugno e agosto hanno permesso di compensare alla grande.
«Ci sono provenienze da paesi come Polonia, Israele, Germania, Spagna e Stati Uniti, ma il percorso ha riscosso grande successo anche tra i bergamaschi»
Da tutta Europa e non solo
E tra le conferme di quei fenomeni iniziati ormai cinque anni fa c’è anche la presenza, sempre più massiccia, di stranieri che arrivano anche da molto lontano sulle Orobie. «Sembra che il fenomeno si amplifichi ogni anno di più», riferisce Serena Bonacorsi, giovane rifugista dell’Alpe Corte, a Valcanale di Ardesio, il primo rifugio che si incontra percorrendo il Sentiero delle Orobie orientali. Arrivano da Germania, Francia, Olanda, Belgio, ma talvolta anche da più lontano, i camminatori che vengono sulle montagne bergamasche, nella maggior parte dei casi proprio per percorrere l’intero anello delle Orobie, pernottando per diverse notti nei rifugi. «Quest’anno abbiamo visto anche ungheresi, americani e parecchi israeliani: l’anno scorso erano capitati pochi casi di escursionisti da Israele, quest’anno molti di più», aggiunge Serena.
Interesse in crescita
Che l’interesse per l’anello delle Orobie sia in crescita lo conferma l’ufficio turistico Vivi Ardesio, dove vengono consegnati i «passaporti», «oltre 200 quest’anno, di cui circa 90 già rientrati, con altrettanti escursionisti che hanno completato l’anello e ritirato l’attestato – fanno sapere dall’ufficio –. I partecipanti arrivano da tutto il mondo. Ci sono provenienze da paesi come Polonia, Israele, Germania, Spagna e Stati Uniti, ma il percorso ha riscosso grande successo anche tra i bergamaschi: molti avevano già visitato singoli rifugi, ma non avevano mai affrontato l’intero giro».
L’escursionista brasiliano
Tra gli escursionisti, tre fratelli milanesi di 16, 20 e 23 anni che hanno completato l’anello insieme. Ma pure una famiglia arrivata ad hoc da Roma, che ha già promesso di tornare. Ci sono anche camminatori che partono da soli ma arrivano in gruppo, segno di come i percorsi in quota favoriscano incontri e amicizia. «Una persona dal Brasile, ad esempio, è partita in solitaria ed è arrivata al traguardo insieme ad altri sette escursionisti conosciuti lungo il percorso», confermano da Vivi Ardesio.
«Una bella stagione»
All’Alpe Corte arrivano anche tante famiglie con bambini. «Nei giorni centrali di agosto abbiamo servito dai 200 ai 300 pasti a pranzo ogni giorno – continua Bonacorsi –. Peccato per la pioggia di alcuni giorni di luglio, ma ad agosto abbiamo lavorato davvero bene». Parla di una «stagione molto buona» anche Marzia Albricci, che gestisce il rifugio Barbellino, a Valbondione: «Agosto sicuramente è stato il periodo con la frequentazione più alta, ma nel complesso è stata tutta una bella stagione, in cui si conferma l’aumento delle presenze in montagna». Anche qui si fa notare la presenza di stranieri: «Nonostante non siamo sul giro delle Orobie, arrivano tedeschi, olandesi e persone di altre nazionalità».
«È stata una stagione valida: pur con qualche giornata rovinata dal meteo, non possiamo lamentarci»
«Promuoviamo sicurezza»
Così anche all’Albani, in Valle di Scalve, dove il gestore Chicco Zani parla di «una bella stagione, fatta eccezione per alcune giornate perse a causa del meteo» e attesta la presenza soprattutto di tedeschi e olandesi. «Abbiamo visto più persone rispetto agli anni scorsi che fanno la ferrata del Passo della Porta o che vanno ad arrampicare sulla parete Nord della Presolana». Tra le attenzioni che Chicco porta avanti da sempre c’è la sicurezza in montagna: «Quest’anno abbiamo avuto per fortuna pochi problemi, solo qualche storta e puntura di insetti – riferisce –. Abbiamo continuato a lavorare per promuovere comportamenti sicuri, a partire da abbigliamento e calzature. Per due volte abbiamo avuto qui anche gli allievi del corso delle Guide alpine».
Le piogge di luglio
Conferma la tendenza di presenze sempre alte Maurizio Nava, gestore del rifugio Laghi gemelli: «È stata una stagione valida: pur con qualche giornata rovinata dal meteo, non possiamo lamentarci – dice –. Continuano a girare tanti giovani, come già negli anni scorsi, oltre agli stranieri, che per fortuna arrivano soprattutto a giugno, luglio e settembre; meno ad agosto, quando l’afflusso è già molto alto». Sui problemi legati alla gestione delle presenze alte nei rifugi, Nava sottolinea che «tanti parlano di over tourism anche sulle Orobie: sicuramente è un fenomeno che nel post-Covid è stato in costante crescita, ma noi dobbiamo riuscire a contenere i problemi dando le informazioni corrette. Dobbiamo renderci conto che arrivano molti neofiti: soprattutto alle quote più facilmente raggiungibili, come la nostra, arrivano famiglie e giovani che si avventurano per le prime volte in montagna, è nostro compito trovare i modi per indirizzarli correttamente».
Guai a parlare di over tourism per Mattia Monaci, rifugista del Longo, a Carona, in Val Brembana: «Non è corretto, i flussi sono sicuramente gestibili per tutti», sostiene, sottolineando come «girano tanti giovani, ma anche famiglie: a luglio l’afflusso è stato inferiore all’anno scorso, ma nell’arco dell’intera stagione si compensa. Se il tempo è bello, il mese di agosto da solo rappresenta metà della stagione».
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