«Ristoranti senza dehors penalizzati».
Gori: «Ricaveremo più spazi all’aperto»

Esercenti contrariati dopo l’annuncio. Fusini: «Discriminatoria e “zoppa”: non è riapertura». Caselli: «Regole difficili da applicare, così è una stretta».

Non era facile fare arrabbiare i ristoratori parlando di riaperture. Eppure è l’effetto che ha prodotto l’annuncio del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha addirittura anticipato al 26 aprile pranzi e cene al ristorante, purché in zona gialla e solo all’aperto. Per i locali che però un dehors non ce l’hanno – in Bergamasca sono circa 4mila – si preannuncia un altro mese di stop assoluto.

«Non chiamatela ripartenza – sbotta il direttore di Ascom Confcommercio, Oscar Fusini –. È una situazione paradossale, per cui da un lato abbiamo una data di riapertura, dall’altro ci stanno dicendo che si deve restare chiusi. Ho l’impressione che sia cambiato solo il metro della comunicazione».

Facile pensare che da domani ci sarà una corsa in Comune per chiedere l’autorizzazione ad allestire tavoli all’aperto; permessi che il sindaco Giorgio Gori ha assicurato che arriveranno «a tempo di record, per poter dare al maggior numero possibile di operatori la possibilità di lavorare».

Sta di fatto che questa «ripartenza» ha il sapore amaro per un’intera categoria, che ancora qualche giorno fa è scesa in piazza per chiedere al governo di tornare da subito a lavorare. Lo faranno in pochi e quando la possibilità di riaprire sarà concessa a tutti, ad attendere i ristoratori ci saranno protocolli più rigidi di quelli firmati l’anno scorso con le associazioni di categoria. «Per ora parliamo solo di anticipazioni – puntualizza Fusini – ma sono condizioni che spaventano tantissimo. Alcune sono addirittura senza senso, come l’apertura solo all’aperto. Ci saremmo aspettati l’obbligo del servizio al tavolo per tutti, bar compresi, invece si sta facendo ripartire un comparto zoppo e in maniera discriminatoria, tenendo fermo un terzo dei locali che non hanno uno sbocco all’aperto. La verità è che non è cambiato niente, così non è aprire».

Tanti ristoratori stanno già contando quanti coperti ancora dovranno togliere dai loro locali se passerà l’indicazione per cui serviranno 2 metri di distanza tra un tavolo e l’altro, il doppio di quanto era stato concordato un anno fa. «Se l’annuncio, di per sé, poteva essere positivo, perché è necessario che il Paese prepari un piano per le riaperture – dice Filippo Caselli, direttore di Confesercenti – non si comprende come, rispetto ai protocolli di sicurezza adottati fino ad ora, le nuove regole paventate si traducano in una nuova stretta. La distanza di 2 metri, per esempio, è difficile da applicare per molti bar e ristoranti».

Tradotto, ci sono locali con pochi coperti e senza spazio all’esterno che farebbero bene a non riaprire neanche. «Purtroppo queste norme vanno a vantaggio di una quota limitata di operatori, per questo andrebbero riprese e ridiscusse. Abbiamo tutti bisogno di tornare alla socialità; si deve riaprire in sicurezza, ma lo si deve fare con buonsenso, sia da parte del governo che da parte degli operatori. L’impressione è che non si conoscano le necessità del nostro settore, in un momento in cui, viceversa, bisognerebbe riprenderlo in mano per farlo ripartire senza fare passi indietro».

Il Comune è pronto ad accogliere le richieste dei ristoratori che chiederanno di organizzarsi con i tavoli all’esterno: «Immagino che l’annuncio del governo darà luogo a un’ulteriore richiesta di spazi all’esterno – dice il sindaco –: abbiamo già rinnovato tutti quelli che non sono mai stati dismessi, mentre chi li ha smontati può ripresentare la domanda. Ci mettiamo a disposizione degli operatori per consentire al maggior numero possibile di loro di poter lavorare seguendo le regole, in sicurezza e all’area aperta».

Già domenica potrebbe essere pubblicato l’elenco degli spazi aperti (saranno una quindicina in tutta la città) che il Comune metterà a disposizione, come l’anno scorso, di baristi e ristoratori che non hanno la possibilità di allestire un dehors fuori dal loro locale. In Borgo Santa Caterina torneranno i tavolini per strada da metà giugno: «Dovremo aspettare la fine delle scuole, ma dalla sera di venerdì 11 potrebbero già lavorare – aggiunge Gori – e ce ne sarà qualcuno in più rispetto all’anno scorso». Idem in via Broseta, dove però gli allestimenti saranno concessi solo dalle 19. In altre strade sarà possibile invece chiedere di allestire una terrazza oltre il marciapiede: «Stiamo pensando alla possibilità di rinunciare a qualche stallo di sosta, trovando un equilibrio con chi deve parcheggiare – dice ancora Gori –. Ci sono tanti locali che diversamente non potrebbero lavorare, perciò sono molto disponibile a valutare anche questa soluzione».

Gli spazi saranno gratuiti fino al 30 giugno, ma il Comune si è impegnato ad estendere la gratuità a tutto il 2021.

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