Cronaca / Bergamo Città
Martedì 15 Dicembre 2020
Scuola, 665 in pensione da settembre
Quota 100 e Covid all’origine della fuga
L’allarme della Cisl, 502 docenti e 163 tra Ata e personale educativo sono pronti a lasciare all’inizio del prossimo anno scolastico. Il sindacato: la scuola torni al centro degli investimenti.
Dal prossimo settembre 665 nuovi pensionati : Cisl Scuola tira le somme relative alle domande di pensionamento ricevute nelle scorse settimane dagli uffici. Un nuovo aumento delle richieste sul quale incide in modo significativo, nuovamente, Quota 100. Dai dati locali resi pubblici dall’organizzazione sindacale, in provincia di Bergamo saranno 500 i docenti che non riprenderanno le lezioni dopo la prossima estate. A questi dovranno essere aggiunti altri 165 lavoratori, tra Ata e altro personale scolastico, che quindi porteranno a 665 il numero dei pensionamenti nella scuola orobica del post Covid, gettando sul prossimo anno scolastico ombre (quantomeno secondo la Cisl) relative ai problemi di gestione del personale che non saranno indifferenti, soprattutto in un periodo così delicato come quello segnato dalla pandemia.
È la proiezione che Cisl Scuola Bergamo fa con i numeri delle domande di pensionamento arrivate alle organizzazioni sindacali. Questo sarà infatti l’ultimo anno in cui sarà possibile andare in pensione con Quota 100: da settembre del 2021, agli aspiranti pensionati basteranno 62 anni di età e 38 di contributi. I dati sulle domande di pensionamento del personale docente pervenute entro lo scorso 7 dicembre descrivono quella che sembrerebbe essere una precisa volontà del personale più esperto: passare la mano a docenti più giovani, forse anche a causa della crescente complessità della scuola a seguito della pandemia da Coronavirus. «Cisl Scuola Bergamo da tempo manifesta attenzione – dice Paola Manzullo, segretario provinciale Cisl Scuola – e ha espresso preoccupazione rispetto al problema dell’elevato numero annuale di Ata e insegnanti che, raggiunto il minimo pensionistico, lasciano la scuola. Abbiamo già sottolineato, sia alle istituzioni che agli organi stampa, l’importanza di questo tema». L’obiettivo è quello di creare una coscienza condivisa. «Il problema – aggiunge Manzullo – poteva trovare soluzione solo attraverso una politica scolastica che valorizzi la funzione docente e contestualmente apra la strada alle opportune assunzioni del personale attraverso la previsione dei posti liberi in organico. Per l’ennesima volta ci troviamo costretti a sollecitare le istituzioni a riportare la scuola al centro degli investimenti, in modo da sopperire ai tagli operati». In Lombardia sono quasi seimila le domande di pensione presentate entro i termini previsti dal personale. A livello nazionale, segnala Cisl Scuola, sono 35.068 le domande di collocamento in pensione pervenute alla scadenza per la presentazione, considerando complessivamente personale docente, educativo e Ata. Quasi 1.200 in più rispetto allo scorso anno, quando erano state in tutto 33.886. Il dato non comprende il personale che cesserà dal servizio per raggiunti limiti di età, che non era tenuto a presentare alcuna istanza. Secondo le stime di Cisl Scuola sembra possa trattarsi complessivamente di circa 2.000 persone. Nel dettaglio, a livello nazionale hanno chiesto di lasciare il servizio 27.592 docenti (lo scorso anno erano 26.327) e 6.887 unità di personale Ata (7.088 l’anno precedente). Cresce in percentuale il numero delle domande presentate avvalendosi dei requisiti di quota 100: se lo scorso anno erano state il 49,23% del totale, quest’anno superano abbondantemente la metà (55,7%).
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