Scuola, verso una ripartenza senza criticità. «Già assegnate le cattedre a 700 nuovi prof»

Il ritorno sui banch. Sono la prima tranche dei 2.200 docenti del pacchetto di assunzioni autorizzato dal Mef. Cubelli: «Nei prossimi giorni nomineremo anche 3mila supplenti. Garantite 3.500 unità per il personale Ata».

«Si ristabilirà ancora di più la normalità pre Covid, non solo dal punto di vista degli aspetti organizzativi, ma anche per quanto riguarda l’apprendimento degli studenti». Parola del provveditore Vincenzo Cubelli che, al netto delle incognite varianti del virus e caro-energia - «Aspetti per i quali la scuola è comunque attrezzata», assicura – è pronto alla prova del nove della prima campanella, che suonerà il 12 settembre. La Dad non viene neanche nominata: «La lezioni riprenderanno in presenza», puntualizza il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, che si è già espresso (in maniera contraria) sull’ipotesi delle lezioni da remoto il sabato per risparmiare sulle bollette: «I tempi sono troppo stretti per riorganizzare il tempo-scuola, visto che l’82% degli istituti bergamaschi fa la settimana lunga», ha spiegato.

Il reclutamento del personale

L’impegno, ora, è concentrato sul reclutamento di insegnanti e personale Ata per completare la pianta organica il prima possibile. «L’obiettivo – annuncia infatti Cubelli – è arrivare alle cattedre piene in anticipo rispetto all’anno scolastico precedente, ovvero già per fine settembre-inizio di ottobre». I lavori sono in corso. Fatto salvo che il ministero, per la Bergamasca, ha confermato una dotazione organica di 13.097 posti per docenti nei 140 istituti provinciali (la stessa, più o meno, dell’anno 2021-22), «siamo pronti a colmare i “buchi” che per vari motivi (dai pensionamenti ai trasferimenti, ndr) nel frattempo si sono formati», è ottimista il provveditore. I numeri lo confortano: «In questi giorni oltre 700 docenti sono già stati immessi in ruolo attraverso diverse procedure, dei quali oltre un centinaio con il concorso straordinario bis. Le rinunce sono state poche – snocciola i dati –. Nei prossimi giorni procederemo alla nomina di circa 3mila supplenti attraverso le chiamate da graduatorie Gps. Numeri che ci fanno appunto dire che l’obiettivo delle cattedre piene sarà raggiunto con un certo anticipo rispetto allo scorso anno scolastico». I 700 docenti reclutati fanno parte di quel pacchetto assunzioni autorizzato dal Mef, che prevede 94mila insegnanti a tempo indeterminato in tutta Italia, di cui 22mila in Lombardia. Stando alle proporzioni, alla Bergamasca spetterebbe un 10%. Circa 2.200 docenti di ruolo, quindi, di cui i 700 arrivati in questi giorni rappresentano una prima tranche.

Stesso discorso per il personale Ata: anche su questo fronte, spiega Cubelli, non si registrano criticità. «Il ministero ha confermato un organico di diritto di 3.500 unità. Stiamo completando le posizioni mancanti, causate dai pensionamenti o da cambiamenti di mansioni». Cubelli fa notare come quest’anno non sia previsto l’«organico Covid», che aveva portato a un incremento «utilmente significativo» del personale per gestire le pratiche legate all’emergenza pandemica. «Un contingente – rileva Cubelli – necessario per gestire la complessità delle linee guida che la scuola ha dovuto applicare per il Covid. Ora che si sta tornando alla normalità non è più necessario: faccio notare che nel 2019 l’organico Covid non c’era e la scuola funzionava lo stesso».

Anche se non nega che dietro alla decisione governativa di ridurre i rinforzi ci sia anche la necessità di far quadrare i conti. La scuola è comunque pronta a tornare in classe senza mascherine e senza distanziamento, secondo le nuove direttive ministeriali. «La scuola bergamasca si è sempre dimostrata esemplare nel seguire le linee comportamentali – fa presente Cubelli –, è quindi attrezzata ad affrontare le nuove situazioni che si presenteranno».

Al netto delle «due variabili imprevedibili: Covid e situazione energetica – aggiunge il provveditore – la scuola, ogni anno, è ripartita, migliorando, sia in termini di presenza sia in termini di risultati, come dimostrano le prove Invalsi. L’augurio, quindi, è che questa ripartenza ristabilisca ancora di più la normalità pre Covid, dal punto di vista organizzativo e dell’apprendimento degli studenti».

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