Spesa per i farmaci aumentata di 20 milioni in quattro anni, pesa il post Covid

I DATI . Secondo il monitoraggio di Ats, dal 2019 a oggi, il volume economico è salito a 232milioni di euro. Pesano invecchiamento, cronicità e l’eredità della pandemia.

La popolazione che invecchia e le cronicità che aumentano, ma anche l’onda lunga della pandemia e l’andamento fisiologico del mercato. La spesa per i farmaci aumenta anche a Bergamo. Lo raccontano i dati e le proiezioni del Servizio farmaceutico territoriale dell’Ats di Bergamo: se nel 2019 la spesa farmaceutica totale in Bergamasca si attestava a circa 214,2 milioni di euro, nel 2023 il volume economico è stimato a quota 232,2 milioni di euro. Un incremento potenziale di 18 milioni di euro tra pre-Covid e post-Covid (+8,4%), nel giro cioè di quattro anni. Se anziché sulle proiezioni (la stima del 2023 poggia sull’andamento reale della spesa nel periodo gennaio-maggio) ci si basa invece sui dati reali consolidati del 2022, l’incremento rispetto al 2019 è di 10 milioni di euro. Si tratta, nello specifico, della somma tra «spesa convenzionata» (in sostanza, la spesa per farmaci su ricetta del Servizio sanitario nazionale) e «spesa in distribuzione per conto» (tramite questo canale, Ats compra i farmaci e li distribuisce per il tramite delle farmacie del territorio, cui paga una quota per il servizio). In realtà la crescita della spesa non è stata lineare, si concentra in un salto verificatosi tra il tra 2021 e il 2022. Basta mettere in parallelo le annualità rendicontate dall’Ats: 214,2 milioni di euro nel 2019, 214,9 milioni nel 2020, 215,6 milioni nel 2021, poi ecco il balzo ai 224,3 milioni del 2022. Da gennaio a maggio di quest’anno – la base su cui è stata realizzata la proiezione per l’intero 2023 – il bilancio indica una spesa di 96,7 milioni di euro.

Il monitoraggio

L’andamento della spesa farmaceutica è strettamente monitorato, per più motivi. «A livello locale – spiega il Servizio farmaceutico territoriale dell’Ats – viene controllata l’appropriatezza prescrittiva dei medici di medicina generale e dei medici specialisti: ai primi viene inviata periodicamente una scheda individuale sugli indicatori di appropriatezza prescrittiva; per gli specialisti l’appropriatezza riguarda i piani terapeutici. Il Servizio farmaceutico territoriale ha una commissione di verifica delle iperprescrizioni: laddove si ravvisino delle anomalie, i medici di medicina generale vengono convocati per un confronto sulle emissioni di ricette per farmaci, previa verifica interna svolta tramite confronto delle prescrizioni del singolo professionista contro la media di quanto emesso dalla categoria. Sulla base degli stessi flussi di dati delle prescrizioni, si entra anche nel merito all’appropriatezza erogativa delle farmacie». Un’altra tipologia di controlli, aggiunge l’Ats, «riguarda la contraffazione delle ricette. Qui è importante il ruolo del farmacista: laddove ravvisi anomalie nella prescrizione, contatta il medico per verificare l’effettiva prescrizione. Nel dubbio, il farmacista può rivolgersi direttamente al Servizio farmaceutico territoriale».

I fattori dell’incremento

Ma perché la parabola della spesa farmaceutica volge verso l’alto? «Una valutazione più solida la si potrà fare solo con i dati effettivi dell’intero 2023 – premette Giovanni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo, associazione dei titolari di farmacie –. I primi mesi dell’anno su cui si basano le stime possono essere influenzati da alcuni picchi stagionali». Anche Federfarma effettua un monitoraggio simile a livello regionale, «e Bergamo non si discosta particolarmente dalla media lombarda e nazionale». Federfarma Lombardia, ad esempio, ha rilevato tra il 2018 e il 2022 un aumento della spesa netta pari al 6,5%, mentre il numero totale delle ricette è aumentato dell’8,1%. «Per comprendere più in profondità le variazioni nell’utilizzo dei farmaci – osserva Petrosillo – è infatti importante monitorare non solo la spesa, ma anche il numero di confezioni di medicinali che vengono acquistate. Le cronicità sono un elemento che può incidere sull’aumento del ricorso ai farmaci. Sul 2022 pesa però ancora la coda del Covid: benché si sia usciti dalla fase emergenziale, la pandemia ha continuato a influire». Ancora fino all’estate 2022, infatti, la variante Omicron consegnava numeri importanti di contagio: una patologia sempre più contraddistinta da sintomi alle alte vie respiratorie, simili all’influenza, dunque con un frequente ricorso a farmaci ampiamente diffusi nelle farmacie. L’inflazione ha colpito anche i prezzi dei farmaci? «Il dato macro indica un leggero incremento, ma all’interno di un quadro più stabile in Lombardia rispetto ad altre regioni», rileva Petrosillo. Intanto si rafforza l’attenzione ai canali di vendita online: in rete, specifica Ats, «si possono vendere solo i farmaci da banco, senza prescrizione medica». Il Servizio farmaceutico territoriale – spiega l’Agenzia – controlla da remoto i siti, i quali devono avere un logo autorizzato del ministero della Salute: i farmaci possono essere venduti solo da farmacie e parafarmacie con autorizzazione all’attività. Al di fuori dei siti autorizzati, i controlli riguardano Polizia postale, Nas e Guardia di finanza».

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