«Suo nipote deve ritirare un pacco, paghi per sbloccarlo», anziana truffata: arrestato

CITTÀ. Giovane preso dalla Squadra Mobile su un treno in partenza dalla stazione di Bergamo. La donna, 86 anni, aveva ricevuto una telefonata da un finto direttore delle Poste e aveva consegnato 3.500 euro tra contanti e gioielli per «sbloccare» la spedizione.

Gli ha dato 300 euro e tutti i gioielli che aveva in casa dopo che aveva ricevuto la telefonata-truffa da parte di un fantomatico direttore di un ufficio postale: «Signora, suo nipote è qui con me e deve ritirare un pacco, che però è bloccato. Dentro c’è materiale importantissimo. Se suo nipote non lo sblocca rischia di perdere il lavoro e pure sua figlia può avere problemi. Suo nipote ci ha indicato lei come la persona che lo può aiutare. Per sbloccare il pacco bisogna versare denaro, passerà un nostro incaricato a ritirarlo a casa sua».

Stavolta però il truffatore è finito in manette, dopo essere stato bloccato dai poliziotti della Squadra mobile di Bergamo, prontissimi a intervenire. Si sono fiondati alla stazione di Bergamo e sono riusciti a salire sul treno per Milano poco prima che partisse. E qui hanno individuato un ventenne di Villaricca, in provincia di Napoli, arrestandolo per truffa aggravata. Con sé aveva ancora la refurtiva, circa 3.500 euro.

Il colpo

È accaduto alle 14,40 di giovedì 23 maggio. La vittima è una donna di 86 anni che vive in via IV Novembre in città. Venerdì 24 maggio il giudice Roberto Palermo ha convalidato l’arresto e scarcerato il ventenne che è incensurato; per lui è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria 4 giorni la settimana. «Lavoro come operaio, ma avevo fatto un incidente con un’auto a noleggio e dovevo versare la penale. Così ho accettato di fare questa stupidata perché mi servivano soldi», ha raccontato in aula, assistito dall’avvocato Rocco Gargano

È il «postino» di una rodata organizzazione. Dei mandanti il giovane ha detto di non sapere i nomi. Ha raccontato di essere partito da Napoli in treno nella mattinata di giovedì. I “superiori” gli avevano detto di scendere a Bologna. «Ma io mi sono addormentato e sono giunto a Milano». Allora l’organizzazione l’ha spedito dalla 86enne di Bergamo.

Il finto direttore di ufficio postale, che chiamava sul fisso della donna, si è fatto dire dall’anziana il numero del suo cellulare e di quello della figlia. Altri complici, mentre il falso direttore intratteneva la 86enne, hanno cominciato a tempestare di chiamate entrambi numeri per evitare, in attesa che arrivasse il «postino», che la vittima contattasse la figlia e venisse allertata da quest’ultima.

Alla fine è comparso il ventenne al quale la signora ha consegnato 300 euro. Il giovane s’è lamentato: non bastano, le ha detto, inducendola a consegnare tutti i gioielli che aveva in casa. Quando se ne è andato, la pensionata ha contattato la figlia per chiedere cosa era successo al nipote e raccontarle quanto le era appena accaduto. La figlia si è insospettita e ha chiamato la polizia. Gli agenti della Mobile hanno capito al volo dove potevano rintracciare il truffatore e l’hanno arrestato. Davanti al giudice il ventenne s’è dichiarato pentito. «Se non era perché dovevo pagare i danni per l’auto non l’avrei mai fatto».

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