Terremoto in Turchia e Siria, oltre 15 mila morti. Vigili del fuoco dall’Italia: in squadra un bergamasco

La testimonianza. Cinquanta pompieri italiani al lavoro ad Antiochia: c’è anche Omar Petrò, di Lallio. Salvati due giovani. Prosegue la sottoscrizione della Caritas diocesana. Dal Gruppo S. Donato pronti 12 medici e 4 ambulanze per la Siria.

«Il nostro obiettivo qui è quello di salvare delle persone e il tempo per il momento rende questo obiettivo ancora compatibile. Ce la stiamo mettendo tutta: continuiamo a scavare sotto le macerie, è la missione di tutti i soccorritori». A farsi portavoce dell’impegno di cinquanta vigili del fuoco italiani in missione in Turchia è Luca Cari, responsabile nazionale della comunicazione dei vigili del fuoco. Racconta ciò che lui e i suoi colleghi stanno facendo per aiutare la popolazione turca ad Antiochia, città di 350 mila abitanti del sud della Turchia.

Tra i vigili del fuoco arrivati martedì c’è anche un bergamasco: si tratta di Omar Petrò, di Lallio, vigile coordinatore in servizio al comando di Bergamo e istruttore Usar, acronimo inglese di «Urban search and rescue», in pratica «ricerca e soccorso in ambiente urbano». Petrò in questo periodo si trovava a Pisa per partecipare a un corso di formazione per la ricerca delle persone sotto le macerie. Così si è aggregato alla missione internazionale dei vigili del fuoco, arrivando ad Adana, vicino ad Antiochia, con il secondo dei due voli dell’Areonautica militare di martedì, partito nel pomeriggio dall’aeroporto di Pisa con a bordo lui e altri cinque colleghi vigili del fuco specializzati Usar, due unità addette alle telecomunicazioni e una alle comunicazioni in situazioni di emergenza, oltre a varie attrezzature tecniche. All’alba di martedì era atterrato ad Adana il primo volo della missione turca, con cui sono giunti sui luoghi del terremoto i primi 30 vigili del fuoco Usar, 11 sanitari, 6 tecnici della Protezione civile e un vigile del fuoco specializzato nelle comunicazioni in situazioni di soccorso. I team Usar presenti sono quelli del Lazio e di Pisa e il bergamasco fa parte di quest’ultimo.

«Giunti qui, le nostre squadre dei vigili del fuoco stanno effettuando dei sopralluoghi sul territorio per individuare i punti dove intervenire con i cinofili e le squadre Usar per la ricerca sotto le macerie – spiega ancora Luca Cari –. Oggi ci siamo trovati di fronte una situazione molto pesante, con palazzine anche di molti piani completamente rase al suolo e con una temperatura molto, molto bassa: soprattutto di notte fa freddo e questo non aiuta la popolazione che si trova fuori dalle proprie case». Aggiunge il portavoce Cari, direttamente da uno dei luoghi dei soccorsi: «Il nostro personale che sta operando qui è altamente qualificato e addestrato per lavorare in queste condizioni. Ha alle spalle notevole esperienze e sono tutti vigili del fuco che hanno già partecipato ad altri soccorsi sul territorio nazionale. L’obiettivo di tutti è salvare delle vite da sotto le macerie. Per questo ogni team di soccorso ha la propria area di intervento: la situazione è molto complessa e ognuno cerca di fare quello che riesce». E in serata dalla Turchia è arrivata la notizia di un doppio salvataggio dei nostri vigili del fuoco: si tratta di un ragazzo che era rimasto bloccato sotto il solaio in cemento di una palazzina crollata e di un altro ragazzo rimasto sotto le macerie di un palazzo di quattro piani. Quest’ultimo intervento è stato tra l’altro reso difficoltoso dalle numerose scosse di assestamento, Entrambi i giovani sono però salvi. Nel contempo anche il Gruppo ospedaliero San Donato – di cui nella Bergamasca fanno parte i policlinici San Marco di Zingonia e San Pietro di Ponte, il Centro diagnostico di Treviglio e le «Smart clinic» di Oriocenter e delle «Due Torri» di Stezzano – ha comunicato ieri alla Farnesina la propria disponibilità per inviare dodici medici, quattro bancali di farmaci e quattro ambulanze in Siria: partiranno con gli aerei messi a disposizione dal ministero degli Esteri.

La sottoscrizione Caritas

Prosegue intanto la sottoscrizione organizzata dalla Caritas diocesana per andare incontro ai bisogni delle popolazioni turche e siriane colpite dal sisma. Sono stati messi a disposizione tre conti correnti, uno bancario e uno postale intestati alla «Diocesi di Bergamo Caritas» e un conto corrente postale intestato alla «Fondazione Diakonia Onlus» (nel grafico qui sopra i dettagli). Una iniziativa organizzata dalla Caritas di Bergamo in raccordo con quella italiana.

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