Trasporti e alimentari, sale l’inflazione. Ascom: «Cambiano le abitudini di spesa»

IL REPORT ISTAT. I dati riferiti a gennaio fanno registrare un incremento dello 0,7% su base annua. Fusini: «Il 30% dei consumatori sceglie prodotti non di marca». Facile.it: «Bollette, calano i costi».

I prezzi si muovono ancora verso l’alto, secondo una traiettoria più lenta ma costante. A gennaio 2024, stando ai dati provinciali diffusi ieri dall’Istat, la variazione tendenziale dei prezzi in Bergamasca (cioè l’inflazione su base annuale) si è attestata al +0,7%, contro il +0,5% di dicembre 2023; anche la variazione congiunturale (l’inflazione su base mensile) si è mantenuta in aumento, con un +0,2% che fa seguito al +0,2% rilevato anche a dicembre. Scavando tra le voci del paniere, l’inflazione annuale pesa soprattutto sui servizi di trasporto (+7,2%), sulla ristorazione (+4,2%) e sugli alimentari (+3,4%); nell’ultimo mese la variazione dei prezzi è stata invece più sensibile per la macrocategoria «abitazione, acqua, elettricità e gas» (+1,7%).

L’Unione nazionale consumatori ha fatto di conto e stima che Bergamo sia la quinta città più «rincarata» in Lombardia e la 40a in Italia: rispetto a un anno fa, l’inflazione comporterebbe un rincaro medio di 196 euro a famiglia.

Come cambia la spesa

L’onda lunghissima dell’inflazione sta radicalmente mutando le abitudini di spesa dei consumatori: ci si sposta dai grandi marchi alle «private label», cioè verso i prodotti a marchio del supermercato. Succede anche in Bergamasca: «La crisi e l’aumento dell’inflazione spingono i consumatori a cercare di proteggersi dalle variazioni significative dei prezzi. Le private label rappresentano un’alternativa perché vengono considerate economiche e innovative rispetto alle marche industriali – osserva Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo -. Molto della crescita non è dovuta solo al fattore prezzo ma anche ai forti investimenti nel packaging. Inoltre i prodotti a marchio del distributore – sostiene Fusini – evidenziano molta innovazione che attrae il cliente. C’è poi una maggiore attenzione del cliente rispetto alla provenienza del prodotto e alla filiera corta che premia i prodotti a marchio del distributore, privilegiando le filiere agroalimentari italiane, la sostenibilità del packaging e il benessere animale». Fusini porta come esempio una recente ricerca di Altroconsumo – tra i principali osservatori dedicati alle abitudini dei consumatori – secondo cui «il 63% degli italiani si è trovato costretto a modificare le proprie scelte di consumo e quindi le proprie abitudini alimentari. Per preservare il potere di acquisto circa il 30% compra prodotti a primo prezzo, alimenti a marchio del supermercato e in generale quelli super scontati».

Per non affogare nell’alta marea dell’inflazione, si adottano piccoli e grandi accorgimenti: «I due esempi più evidenti di politiche anti-spreco – osserva Fusini – sono il passaggio dall’acqua minerale a quella del rubinetto e i legumi al posto della carne. Uno dei pochi risvolti postivi di quanto sta avvenendo è che l’attenzione al carovita porta comportamenti virtuosi anti-spreco: il 39% degli intervistati della ricerca di Altroconsumo dichiara di non sprecare cibo e il 18% di comprare sempre prodotti stagionali e a chilometro zero».

Bollette: il 2023 meglio del 2022

Sui bilanci delle famiglie, un peso elevatissimo è rappresentato dalle bollette. Il 2023 s’è però chiuso con un po’ di respiro dopo le batoste del 2022: secondo un’analisi di Facile.it, portale on line specializzato nella comparazione delle offerte, nel 2023 le famiglie residenti in provincia di Bergamo con contratto di fornitura nel mercato tutelato hanno speso in media circa 741 euro per la bolletta della luce e 955 euro per quella del gas, risparmiando rispettivamente il 34% e il 27% rispetto all’anno precedente. «La provincia di Bergamo – segnala l’Ufficio studi di Facile.it – risulta essere la seconda della Lombardia dove si è speso di meno per il gas»: per l’elettricità la più cara è Mantova (spesa media di 904 euro), per il gas la maglia nera va a Varese (spesa media di 1.120 euro annui). «Nel 2023 abbiamo fatto i conti con bollette meno salate, con l’arrivo del 2024 assistiamo a buoni segnali sul fronte del costo delle materie prime, ma questo non significa che automaticamente le bollette caleranno – spiega Mario Rasimelli, managing director utilities di Facile.it -. Il consiglio è di continuare a monitorare i propri consumi, verificando periodicamente se sul mercato esistano offerte in grado di far risparmiare».

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