Truffe agli anziani, guardia alta: si diffonde quella del «catalogo»

IL CONVEGNO. Ultima frontiera delle frodi fuori porta: una firma e il ricatto. Forze dell’ordine e sindacato: «Segnalare». Il caso del finto incidente.

«Qualche mese fa, a Dalmine, una donna è stata truffata da un signore che, spacciandosi per carabiniere, si è presentato a casa chiedendole 25mila euro per risarcire un presunto incidente fatto dalla figlia di lei. Presa dal panico l’anziana è cascata nella trappola e ha consegnato 2mila euro in contanti e la sua carta di credito con il codice segreto, permettendo al malvivente di prelevare altri 250 euro». A raccontare l’episodio è stato Andrea Sandroni, dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Bergamo, intervenuto durante il convegno organizzato da Spi-Cgil e Provincia per fare luce sulle truffe più diffuse, quelle più comunemente registrate sul territorio bergamasco, ma anche sulle conseguenze sulla salute psicofisica di chi le subisce.

«Le truffe sono un crimine odioso, soprattutto quando le vittime sono gli anziani, a volte derubati dei risparmi di una vita, altre invece dei soldi della pensione – ha spiegato Sandroni durante l’approfondimento nell’auditorium della Provincia –. Solitamente gli anziani vengono raggirati nelle loro abitazioni da persone che agiscono in coppia, senza commettere violenza fisica, e si spacciano per finti poliziotti, carabinieri, tecnici del gas o addetti del Comune. I truffatori conquistano la fiducia con modi distinti, prima di sottrarre soldi e oggetti preziosi».

La truffa de catalogo

Particolarmente diffusa, in Bergamasca, anche la truffa del catalogo, nuova frontiera delle frodi porta a porta. «Nell’ultimo mese ci sono arrivate decine di segnalazioni – ha spiegato Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo –. I malintenzionati, con la scusa di una semplice firma su una ricevuta per la ricezione del depliant con le promozioni, attivano un contratto in cui l’ignara vittima, conquistata dai modi gentili, si impegna a pagare diverse migliaia di euro per l’acquisto di oggetti. Fatti  trascorrere i 14 giorni durante i quali il consumatore potrebbe esercitare il suo diritto di recesso, il finto venditore si ripresenta e minaccia di avviare una causa legale qualora non si voglia effettuare il pagamento stabilito, tanto che molte vittime, prese dal panico, versano la somma». Nell’ultimo anno sono state denunciate nella Bergamasca ben 4.289 truffe, tra fisiche e virtuali, ai danni di persone anziane.

«Importante sensibilizzare»

«Il consiglio è quello di non fidarsi mai di nessuno, di tenere alta la guardia e di denunciare tempestivamente, senza farsi intimorire dalla vergogna – ha aggiunto Sandroni –. Queste truffe sono orchestrate da professionisti senza scrupoli, tutti possiamo cascarci. È importante fare prevenzione e sensibilizzare sul tema». «Segnalare è fondamentale, si tratta di episodi seriali e ciclici – ha spiegato Perria –. In questo momento le truffe più diffuse sono quella del catalogo e il phishing, ovvero i link attraverso cui un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile come una banca». «Il tentativo di prevenire e combattere le truffe si rivela sempre più complesso, perché in continua trasformazione sono le modalità con cui si raggirano le persone, e proprio per questo serve diffondere la conoscenza degli strumenti di prevenzione», ha detto Romina Russo, consigliera della Provincia con delega al Welfare. «Le truffe hanno un impatto pesante sulle persone anziane e sulla loro salute, provocando disturbi da stress post traumatico, paura, depressione e vergogna», ha illustrato la psicologa Roberta Di Pasquale dell’Università di Bergamo. «L’aspetto socialmente peggiore è che dovremo dire ai nostri figli di non fidarsi più di nessuno», ha concluso Augusta Passera, segretaria generale dello Spi-Cgil di Bergamo.

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