Un anno di Covid a Bergamo: 22.121 contagi, 201 decessi

IL BILANCIO. I dati ufficiali, pesa però l’incognita dei casi sommersi. Buzzetti: «Ma il virus non è una questione superata».

La premessa è nota e doverosa: «I numeri ufficiali del Covid hanno perso di affidabilità». Roberto Buzzetti, esperto di statistica medica e già direttore dell’Ufficio Epidemiologico dell’allora Asl di Bergamo, parte da questa precisazione, a cui ne segue subito un’altra: «Se si guarda alle ospedalizzazioni e alle Terapie intensive, indicatori più oggettivi, si ha la conferma di come il Covid non sia una questione del tutto superata». Non è stato così nemmeno quest’anno, alla vigilia ormai dei quattro anni dall’arrivo della pandemia anche in questo pezzo di mondo.

I dati ufficiali risentono dell’amplissima «zona grigia» fatta di contagi non diagnosticati da tamponi ufficiali. Così, il bilancio ormai finale del 2023 (aggiornato al 27 dicembre) racconta che in Bergamasca sono stati 22.121 i positivi segnalati durante l’anno: meno di un decimo rispetto ai 243.986 del 2022. In mezzo è cambiato il mondo: i primi mesi del 2022 erano stati segnati da prima e seconda ondata di Omicron, variante allora inedita e contagiosissima, e fino a maggio 2022 era in vigore il Green pass (dunque con numeri altissimi di tamponi, e perciò di contagi). Ma c’è un’altra prospettiva per cogliere la persistenza del Covid: nel 2023 i mesi col maggior numero di positivi sono stati novembre (4.133) e dicembre (3.351), decisamente al di sopra degli altri mesi freddi dell’anno (2.856 a gennaio 2023, 1.535 a febbraio 2023). «Anche su scala nazionale – spiega Buzzetti, che da inizio pandemia diffonde un accurato report sugli indicatori epidemiologici nell’intero Paese, prima a cadenza quotidiana e ora settimanale – le ultime settimane indicano che si è tornati ai livelli di inizio anno per quel che riguarda gli ingressi in Terapia intensiva, i nuovi contagi, i decessi. L’andamento del Covid non è più quello di un tempo, con le ondate che abbiamo conosciuto, ma alterna fasi più frequenti di salita e discesa».

Decessi in calo

Quanto ai decessi ufficialmente attribuiti al Covid, in Bergamasca ne sono stati segnalati 201 nel 2023, con una riduzione del 74% rispetto ai 763 del 2022; lo scorso anno ben 249 decessi furono concentrati tra gennaio e febbraio, «coda» di un’ondata in cui convivevano Delta e Omicron. La traiettoria di calo consegna come mese migliore luglio 2023, con zero decessi: in particolare quest’anno non si erano segnalati decessi Covid per sette settimane consecutive, dal 16 giugno al 3 agosto, la striscia positiva più lunga da inizio pandemia. «Resta complicato stimare quanti decessi Covid siano effettivamente dovuti alla malattia e quanti ad altre cause – premette Buzzetti –, ma sicuramente il Covid può essere ancora letale in certi pazienti. Spesso si dice che ormai il Covid sia come l’influenza, quasi a sminuirlo, ma non dimentichiamo che in Italia si stimano 7-8mila decessi l’anno per l’influenza e le sue complicanze. Non bisogna semplificare troppo i ragionamenti. Tra l’altro, anche alla luce dei livelli molto alti di virus influenzali e simil-influenzali di queste settimane, restano utili accorgimenti imparati in questi anni, a partire dalla lezione sull’utilità delle mascherine».

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