Vaccini, al via la terza dose per 24 mila sanitari

Da lunedì 11 ottobre verrà somministrato il richiamo al personale di ospedali e case di cura della provincia. Attese in queste ore novità per le Rsa dove si è deciso di non impiegare Moderna per le iniezioni «booster».

È un nuovo tassello che si aggiunge al mosaico autunnale. La data era già stata fissata all’inizio della scorsa settimana, e ribadita poi sabato da una nota che la direzione generale Welfare della Regione ha inviato alle Ats e alle Asst lombarde: da lunedì 11 ottobre si apre la fase della dose «booster» anche per gli operatori sanitari e sociosanitari. La campagna delle terze inoculazioni inizia così a viaggiare in parallelo su più filoni: l’incipit è stato scritto dal 20 settembre con la dose «addizionale» agli immunocompromessi (18 mila in Bergamasca), dallo scorso lunedì è cominciata la dose «booster» agli over 80 (76 mila circa in provincia di Bergamo, ma calcolando che la terza dose è da somministrare dopo sei mesi dalla seconda dose si scende a una platea attuale di circa 66 mila ultraottantenni) e ora si aggiungono circa 24 mila camici bianchi. Restano in stand by i 6 mila ospiti delle Rsa a causa dello stop di Moderna come vaccino per la terza dose, ma già da oggi sono attese novità. Sarà insomma un’altra settimana di lavoro importante.

La nota della Regione ha specificato alcuni dettagli operativi. Per esempio, si conferma il coinvolgimento nella terza dose anche per i «non sanitari» che però lavorano in strutture di ricovero e cura, per esempio gli ospedali: era stato così anche per la fase 1-A della campagna vaccinale, cioè per le primissime inoculazioni avviate da gennaio 2021, considerando la potenziale esposizione al virus di chi quotidianamente lavora in ospedale pur non essendo strettamente un camice bianco, come nel caso degli «amministrativi» o di chi si occupa di mense o pulizie. Logisticamente, la Regione ha individuato due modalità per questo terzo «giro»: «Gli operatori sanitari che operano presso una struttura di ricovero e cura organizzata per offrire la vaccinazione ai propri dipendenti – spiegava la nota firmata da Giovanni Pavesi, direttore generale del Welfare di Regione Lombardia – possono essere vaccinati presso il proprio luogo di lavoro (ospedali, ambulatori, ecc, pubblici e privati). Gli altri operatori esercenti le professioni sanitarie potranno accedere all’offerta vaccinale presso i centri vaccinali attraverso le piattaforme di prenotazione regionali dedicate». In sintesi, i camici bianchi si possono (ri)vaccinare o in ospedale o negli hub.

Come già annunciato, inoltre, potrà esserci la co-somministrazione del vaccino antinfluenzale e del vaccino anti-Covid: la campagna delle dosi «booster» per operatori sanitari e sociosanitari, conferma la Regione, «può svolgersi in parallelo con la campagna antinfluenzale di cui gli operatori sanitari sono destinatari secondo la circolare del ministero della Salute sulle categorie di rischio per l’offerta antinfluenzale . Pertanto, coerentemente con le consegne dei rispettivi vaccini, è importante offrire le due vaccinazioni, in co-somministrazione se i vaccini sono entrambi presenti e se il vaccinando accetta la co-somministrazione, oppure in modo differito, senza alcuna indicazione di tempi minimi tra le due somministrazioni (anche dal giorno successivo a titolo di esempio)».

Il vaccino anti-Covid che si utilizza è Pfizer. La dose «booster» va somministrata ad almeno sei mesi di distanza dalla seconda dose; mediamente gli operatori sanitari bergamaschi hanno ricevuto la prima dose a partire da gennaio 2021 e il richiamo da febbraio, quindi per la fetta più ampia della platea sono già trascorsi i 180 giorni di «cuscinetto». A differenza del «ciclo primario» (prima più seconda dose), secondo quanto anticipato nei giorni scorsi dal ministero della Salute, per gli operatori sanitari la terza dose non rientra nell’«obbligo vaccinale».

Rsa, attese novità
Sempre da lunedì 11 ottobre si attendono novità per quel che riguarda le Rsa. Nelle case di riposo era stato deciso di impiegare Moderna per le dosi «booster», e si sarebbe iniziato con le iniezioni a partire da lunedì; venerdì però il ministero della Salute ha raccomandato per le terze dosi l’utilizzo di Pfizer, quindi sabato la Regione e l’Ats hanno stoppato l’impiego di Moderna. Occorrerà ricalibrare la campagna, e verosimilmente si passerà a Pfizer anche per le case di riposo. Tra l’altro, sempre la stessa nota regionale di sabato aggiungeva che, «considerato che gli ospiti delle Rsa rappresentano una popolazione fragile stabilmente presente e destinataria di entrambe le vaccinazioni», e «al fine di evitare «una sovrapposizione di effetti collaterali attesi», «i vaccini anti-Covid e antinfluenzale devono essere somministrati separatamente».

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