Violenza contro le donne: +32% di richieste d’aiuto in Bergamasca

I dati delle reti antiviolenza: da gennaio ben 829 segnalazioni. La questura: un caso di stalking ogni 2 giorni. Maltrattamenti: 340 denunce.

Passa inevitabilmente dai numeri l’analisi del fenomeno della violenza alle donne a Bergamo e provincia. Dove tutti gli indicatori registrano, per il 2021, il segno più rispetto all’anno scorso. Le donne che si sono rivolte alle reti antiviolenza sono aumentate del 32,6%, i casi di stalking denunciati alle forze dell’ordine del 21%, i maltrattamenti in famiglia del 5%. E anche i dati assoluti – letti alla vigilia della «Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne», che cade domani – fanno una certa impressione: dal 1° gennaio di quest’anno allo scorso 31 ottobre le donne bergamasche che si sono rivolte – direttamente o tramite familiari, conoscenti e vicini di casa – ai centri antiviolenza sono state 829.

Un dato che, diviso nei 303 giorni dei primi dieci mesi di quest’anno, rivela che, in media, chiedono aiuto alla rete contro la violenza tra le due e le tre donne ogni giorno (la media matematica è 2,7). E un dato purtroppo in crescita: l’anno scorso le richieste d’aiuto erano state 750 e 734 nel 2019. Se si raffrontano l’intero 2019 con i primi dieci mesi del 2021 la crescita passa da 10,5% a 12,9%. Dunque nei soli primi dieci mesi di quest’anno si è già superato il dato degli interi 2019 e 2020. Se si considera infatti il periodo tra gennaio e ottobre anche dei due precedenti anni, la crescita delle segnalazioni quest’anno registra un +32,6% rispetto al 2020 e un +35,7% rispetto al 2019. Dati dalla doppia lettura: se da un lato crescono le donne che denunciano le violenze e chiedono aiuto, significa anche che crescono gli stessi episodi di violenza. «Ovvio che il nostro sogno sia arrivare a zero chiamate – sottolinea Cinzia Mancadori, responsabile dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio della cooperativa Sirio –, ma soltanto se questo significasse zero problemi e situazioni d’emergenza, non che nessuna donna telefona più per paura. È chiaro che stiamo infatti parlando di un fenomeno sommerso e il dato delle chiamate e segnalazioni in crescita a nostro avviso è un dato comunque positivo, perché significa che più donne si decidono di affidarsi a noi».

«Senza dubbio l’attività di promozione e prevenzione che svolgiamo tutto l’anno sta dando i suoi frutti – rileva Cecilia Gipponi, della rete “Non sei sola” –: a partire dalle scuole, dove facciamo riflettere i ragazzi sul fatto che, anche dietro una battuta di un gruppo di giovani a una ragazza al bar, potrebbe nascere una situazione di violenza. Quanto alle richieste d’aiuto, la stragrande maggioranza ci arriva per problemi tra le mura di casa». Analizzando i territori, il raffronto tra il 2020 (tutto) e il 2021 (i primi dieci mesi) rileva una crescita più contenuta di segnalazioni alla Rete antiviolenza di Bergamo e Dalmine (+1,6%), mentre la crescita più alta è registrata nella Bassa, dalla Rete «Non sei sola» di Treviglio e Romano (+38,7%). Crescita contenuta delle segnalazioni alla rete dell’Isola e della Bassa (+2,4%), mentre la rete delle valli Brembana e Imagna e di Villa d’Almè ha registrato un +18,9% delle segnalazioni e la rete «Rita», del Distretto Bergamo Est, un +12,4%. Stando invece ai numeri assoluti, più di un terzo del totale delle segnalazioni (310) sono state raccolte dalla rete di Bergamo e Dalmine. E poi 154 nella Bassa, 191 in valle Seriana, 130 nell’Isola e 44 nelle valli Brembana e Imagna. L’unico dato costante è dunque la crescita dei casi pressoché ovunque.

Da segnalare il fatto che – e in questo caso lo rende noto la questura – 34 uomini violenti e destinatari negli ultimi anni di un ammonimento del questore (provvedimento amministrativo utilizzato quale primo monito ufficiale nei confronti dello stalker: soltanto quest’anno ne sono stati emessi 7 per stalker e 30 per violenza domestica) sono stati avviati alla frequenza di percorsi di recupero, grazie a un protocollo siglato dalla stessa questura, dall’associazione «La svolta» e dal «Centro italiano per la promozione della mediazione» di Bergamo. Di questi 34, soltanto tre hanno reiterato le condotte violente.

I casi di stalking denunciati nel 2021 (in questo caso i dati si riferiscono al periodo 1° gennaio-16 novembre) sono stati 159, praticamente uno ogni due giorni e il 21% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Gli arrestati per atti persecutori sono stati 13 e i denunciati a piede libero 168. Quasi una denuncia quotidiana è stata invece raccolta dalle forze dell’ordine per maltrattamenti in famiglia: 295 i casi (cresciuti del 5%), con 41 arresti e 340 denunce. Le violenze sessuali sono state 78, con due arrestati e 53 denunciati. Non si sono registrati fortunatamente femminicidi (mentre nel 2020 erano stati ben tre).

Le Volanti della questura quest’anno hanno già effettuato 250 interventi per liti in famiglia, mentre un uomo – ritenuto pericoloso – è stato sottoposto dal tribunale di Brescia e su richiesta dell’Anticrimine della questura, alla misura della sorveglianza speciale per un anno. Un altro protocollo siglato dalla questura, in questo caso co il carcere «Don Resmini» di via Gleno, ha fruttato i primi risultati: sono stati infatti monitorati, dopo la scarcerazione e con il contributo dell’Arma dei carabinieri, 54 uomini che erano finiti dietro le sbarre per reati di genere (atti persecutori, maltrattamento e violenza sessuale), con l’obiettivo di stroncare sul nascere possibili reiterazioni di violenze.

«Rinnovo il mio invito a denunciare ogni episodio di violenza – sottolinea il questore Maurizio Auriemma –. Solo così, infatti, si può tentare di arginare un fenomeno che rappresenta ancora oggi una vera e propria emergenza sociale. Nel fare ciò è essenziale il contributo e la collaborazione di tutti, non solo delle vittime di violenza, ma anche di possibili testimoni».

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