Violenza sulle donne, i casi segnalati aumentati del 27%. Anche i commercianti in campo per dare sostegno

IL PROGETTO . Alleanza tra Enti bilaterali del terziario e centri antiviolenza con l’obiettivo di arginare un fenomeno in crescita. Numero di telefono e QrCode per le richieste di aiuto e un vademecum per i negozianti-sentinelle.

Sull’adesivo sono indicati un numero di telefono e un Qr Code, e soprattutto un messaggio chiaro: «C’è sempre un centro antiviolenza vicino a te. Chiama il 1522». Quell’informazione, preziosa e a volte addirittura vitale, la si potrà trovare a breve nei tanti pubblici esercizi – bar e ristoranti in primis, in luoghi riservati come un bagno, lontano dagli occhi di un compagno maltrattante – che coprono capillarmente la Bergamasca, come a tendere una mano d’aiuto alle donne vittime di violenza. Nel 2023 i centri antiviolenza afferenti alle cinque «reti» che coprono la Bergamasca hanno raccolto 1.252 richieste d’aiuto, con una crescita del 27,4% rispetto alle 983 segnalazioni del 2022 (anno di ulteriore incremento rispetto ai 927 contatti del 2021), segno che è arrivato il momento di aumentare gli sforzi.

Una rete per dire basta

È un progetto frutto della collaborazione tra gli Enti bilaterali del terziario e del turismo – costituiti da Ascom insieme a Cgil, Cisl e Uil – e le reti antiviolenza e i centri antiviolenza della Bergamasca. Il punto di partenza è nella capillarità di questi locali sul territorio e nella sensibilità di un settore a trazione femminile (nel comparto del turismo bergamasco operano 17.041 lavoratrici, è donna il 66,5% degli occupati). «Abbiamo ragionato in ottica di rete per poter dare risposte di vicinanza alle donne vittime di violenza – spiega Enrico Betti, presidente dell’Ente bilaterale del turismo –. Oltre agli adesivi abbiamo predisposto un vademecum per gli esercenti, per renderli sentinelle che possano cogliere gli atteggiamenti a rischio». «L’intenzione – aggiunge Alessandro Locatelli, presidente dell’Ente bilaterale del terziario – è di allargare ancor di più il progetto».

Corsi di formazione

L’iniziativa servirà a «dare un aiuto immediato», rileva Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo, anche in prospettiva futura: «Prevediamo corsi di formazione a disposizione delle donne vittime di violenza, perché è importante il loro reinserimento nel mondo del lavoro, riaffermando un’autonomia e un’emancipazione da situazioni di vulnerabilità». «La violenza colpisce in maniera trasversale, senza distinzioni di status – sottolinea Anila Cenolli, segretaria territoriale della Uiltucs, in rappresentanza anche di Cgil e Cisl –. Il sindacato è da sempre in prima linea anche su questi temi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA