Virologa bergamasca premiata negli Usa
«Dovremo convivere con il Covid»

Laura Riva, 35 anni, ricercatrice negli Usa è originaria del Sebino: a lei il premio Stat Wunderkinds assegnato ai più promettenti studiosi nella medicina.

«La notizia che il vaccino sembra funzionare ci deve rendere felici. Sicuramente i risultati vanno accolti con prudenza, perché gli studi clinici non sono ancora terminati. Gli effetti secondari si vedono peraltro a lungo termine, non in un paio di mesi. Ma voglio essere ottimista».

Laura Riva, 35 anni, virologa, ricercatrice del Calibr at Scripps Research di San Diego (California), originaria di Costa Volpino, guarda con attenzione a una partita - quella contro il Covid - che si gioca su due fronti. Il vaccino, appunto: «Sicuramente però l’arrivo del vaccino non risolverà tutti i problemi. Prima che sia distribuito su larga scala, servirà probabilmente circa un anno – prosegue la ricercatrice -. E inizialmente sarà solo nei Paesi più sviluppati, anche per via delle tecnologie richieste per la conservazione. A lungo termine spero che possa permettere di bloccare l’infezione, ma c’è la possibilità, e la ritengo plausibile, che questo virus possa essere come l’influenza: cioè dovremo imparare a conviverci». A breve termine, invece, «continuo a pensare che la strada immediata sia la ricerca di un farmaco per bloccare gli effetti della malattia», aggiunge Laura Riva. È questo, nello specifico, il suo campo. Ed è qui che ha da poco raccolto un riconoscimento importante.

«Wunderkinds», ovvero il futuro della ricerca. C’è anche lei infatti tra i premiati dello «Stat Wunderkinds», importante menzione internazionale assegnata ai più promettenti studiosi nel campo della medicina. Il riconoscimento, conferito da una giuria di editori delle principali riviste medico-scientifiche degli Usa, le è stato assegnato nei giorni scorsi. Non ci fosse stato il Covid, sarebbe stata a Boston a ritirarlo di persona: invece la cerimonia è stata annullata, o meglio ridotta all’essenziale; i nomi dei premiati sono stati solo proclamati, dopodiché sono intervenuti - ospiti d’eccezione - Bill Gates, fondatore di Microsoft, e Anthony Fauci, l’immunologo tra i riferimenti mondiali della lotta al Covid.

«Questo premio è un’emozione grande, un onore – sorride Laura Riva –. Fatico quasi a realizzarlo: in fondo, sono stata premiata per aver fatto il mio lavoro». A farle guadagnare questo premio, c’è appunto il suo impegno quotidiano: in particolare, una ricerca ancora in corso - ma i cui risultati parziali sono già stati anticipati su Nature, tra le riviste più importanti al mondo - sui composti chimici già in commercio che potrebbero avere effetti nel contenere il Covid; il progetto, tra l’altro, è finanziato anche dalla Fondazione Bill & Melinda Gates.

Gli inizi

La professione è iniziata con una passione maturata sin da bambina: «Ho sempre trovato incredibile come qualcosa di così piccolo come un virus possa perturbare un intero organismo – ricorda la virologa -. Oggi, purtroppo, è chiaro a tutti».

Un lungo viaggio l’ha portata da Costa Volpino agli States. Dopo il diploma al Decio Celeri di Lovere, Laura Riva si è laureata in Biologia molecolare a Padova, poi le tappe successive all’estero: il dottorato in virologia all’Università di Liegi (Belgio), attività di ricerca post-doc a Lille (Francia), quindi il trasferimento negli Usa nel 2017, dove fino all’estate di quest’anno ha lavorato per il Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute, prima dell’incarico al Calibr. Dagli Stati Uniti, e da San Diego in particolare dove «la situazione epidemiologica è in peggioramento», continua a seguire l’evoluzione dell’emergenza nella sua terra natale. Qui la seconda ondata ha colpito in maniera molto debole: perché? «Credo che il senso di responsabilità giochi molto, e Bergamo ha vissuto in primavera qualcosa che altri non hanno affrontato – riflette la virologa –. Non è da escludere l’effetto di immunità, ma gli studi sono ancora precoci». Come un’incognita, al momento, è l’effettiva durata degli anticorpi: «È ancora prematuro per avere una visione globale. Ci sono casi documentati di reinfezione. Gli ultimi studi hanno dimostrato che le persone che hanno affrontato sintomi avanzati della malattia sviluppano un’immunità più importante; chi ha sintomi di minor entità, invece, può invece reincontrare il virus. E questo è abbastanza preoccupante».

Le congratulazioni sono arrivate anche dalla vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Alessandra Gallone: «Congratulazioni a Laura Riva, che riceve il prestigioso riconoscimento Stat 2020 Wunderkinds, assegnato ogni anno dall’agenzia di stampa medica a quelle che sono riconosciute come le promesse del futuro della medicina».

© RIPRODUZIONE RISERVATA