Visite in ospedale, uno su 10 non si presenta: task force sulle liste d’attesa

Prenotazioni. Il fenomeno allunga i tempi: in tanti si dimenticano di disdire. Zucchi (Ats): «In Regione obiettivo Cup unico: casi di no show scesi al 3-5%».

Spesso, trovare un appuntamento per una visita o un esame medico è una caccia al tesoro. Nel risiko delle liste d’attesa, però, c’è anche una variabile apparentemente impensabile: per le prestazioni di specialistica ambulatoriale si registra – a seconda delle strutture e dei contesti – fino a un 10% di prenotati che non si presentano. È la stima che giunge dall’Ats di Bergamo, che ieri ha pubblicato un «vademecum» che aiuta ad orientarsi in tema di prestazioni sanitarie.

«La Regione sta lavorando su questo obiettivo – aggiunge Zucchi -, in modo tale che al cittadino possa essere proposta un’agenda unica e automatizzata che propone il miglior appuntamento possibile. Dove questo sistema è già stato implementato, si è visto che la quota di no-show è scesa anche al 3-5%».

Il tema delle prenotazioni sanitarie è tra i più caldi. L’Ats di Bergamo, si spiega nella nota, «partecipa alla task-force regionale, appositamente istituita per la riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. Tra i temi rilevanti, l’appropriatezza delle prestazioni, intesa come livello di efficacia della prestazione richiesta per il paziente, e la gestione delle mancate prestazioni per non presentazione dell’assistito all’appuntamento (no-show), fenomeno in alcuni casi di rilevanza non trascurabile (fino al 10% del volume di prestazioni) che impatta sull’aumento delle liste d’attesa».

Le cause

Il fenomeno, spiega Alberto Zucchi, direttore del Servizio epidemiologico aziendale dell’Ats, ha delle cause ormai note: «Ci sono prenotazioni multiple rese possibili dal fatto che ogni struttura tendeva ad avere un Cup locale: in questo modo il cittadino prova a contattare più strutture, magari fissando già un appuntamento, fino a quando non trovava una data o un luogo più prossimo, senza però premurarsi di disdire le prenotazioni precedenti. Questo comporta un allungamento dei tempi d’attesa e un disagio complessivo del sistema, andando a scapito della collettività degli utenti». Anche per questo a livello regionale ci si sta orientando verso una sorta di «Cup unico»: «La Regione sta lavorando su questo obiettivo – aggiunge Zucchi -, in modo tale che al cittadino possa essere proposta un’agenda unica e automatizzata che propone il miglior appuntamento possibile. Dove questo sistema è già stato implementato, si è visto che la quota di no-show è scesa anche al 3-5%».

Come ci si prenota

L’Ats ricorda le modalità di prenotazione una volta che si ha ottenuta la prescrizione (la ricetta, l’impegnativa). Si può chiamare il contact center regionale (Ccr) al numero 800.638.638 da rete fissa oppure il numero 02.99.95.99 da rete mobile, attivi dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20 (esclusi i festivi). Online, invece, lo si può fare nella sezione dedicata del sito di Regione Lombardia (dal sito www.prenotasalute.regione.lombardia.it), con ricetta elettronica. C’è poi l’app «Salutile Prenotazioni», con ricetta elettronica. In alternativa si può interpellare la struttura presso cui presta l’attività lo specialista che ha emesso l’impegnativa (o tramite il Cup, se attivo, o tramite l’URP).

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Infine c’è la possibilità di farlo presso la farmacia di fiducia. «Tuttavia – chiarisce ancora l’Ats – può capitare che alcuni erogatori non abbiano più il Cup interno e affidino tutto al Ccr, o altri prenotino determinate prestazioni solo presso il proprio Cup. Si tratta di condotte differenziate, ma ammesse dal quadro oggi vigente».

Dall’Ats giunge così una raccomandazione finale: «Occorre ricordarsi, sempre, di disdire in caso non si riuscisse a presentarsi. Lo si può fare agevolmente, attraverso gli stessi canali utilizzati per la prenotazione. Questo permetterà di rendere disponibile lo spazio per un nuovo appuntamento, oltre ad evitare sanzioni».

Le priorità

«Una fondamentale verifica», specifica l’Ats, riguarda la classe di priorità indicata sulla ricetta: la classe U («Urgente») prevede la prestazione entro 72 ore, la classe B («Breve») entro 10 giorni, la classe D («Differibile») prevede visite entro 30 giorni e accertamenti diagnostici entro 60 giorni, la classe P («Programmabile») entro 120 giorni. «La prestazione deve essere assicurata entro i termini indicati dal prescrittore – aggiunge l’Ats -. Se attraverso i sistemi di prenotazione non si trova alcuna disponibilità entro i tempi indicati sulla ricetta, si può chiedere alla struttura prescelta di erogare la prestazione al costo del ticket, se dovuto. A tale scopo, ci si può rivolgere all’Urp della struttura stessa».

Disdire la visita

Dall’Ats giunge così una raccomandazione finale: «Occorre ricordarsi, sempre, di disdire in caso non si riuscisse a presentarsi. Lo si può fare agevolmente, attraverso gli stessi canali utilizzati per la prenotazione. Questo permetterà di rendere disponibile lo spazio per un nuovo appuntamento, oltre ad evitare sanzioni. Secondo la normativa regionale, infatti, per non incorrere nel pagamento del costo del ticket, le disdette delle prenotazioni devono essere comunicate con almeno tre giorni lavorativi di anticipo».

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