Vittima di tentata truffa, «il mio telefono clonato»

LA TESTIMONIANZA. Sedicenti carabinieri avevano chiesto soldi e valori a un’anziana che ha però evitato il raggiro.

«Sono riusciti a entrare persino nel mio telefono. Perché ho provato a chiamare mio figlio, ma rispondevano ancora loro». A raccontare il tentativo di truffa subito, è B. G., pensionata 77enne di Bergamo. Lo scorso 30 aprile, verso le 17, la telefonata al numero fisso di casa: «Diceva di essere un carabiniere - racconta l’anziana - e che mio figlio aveva avuto un incidente, in cui era rimasta gravemente ferita una signora. Ho iniziato subito ad avere dubbi, quindi ho riattaccato. Ma hanno subito richiamato e insistevano. Hanno voluto il numero di cellulare mio perché avrei dovuto parlare con un avvocato. Io purtroppo gliel’ho fornito».

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«Così hanno iniziato a chiedere soldi - prosegue l’anziana - 16mila euro e poi l’elenco di beni di valore in sostituzione. A quel punto ho capito che stavano tentando di truffarmi. Così, con il telefono cellulare ho provato a fare il numero di mio figlio. Con sorpresa mi hanno risposto ancora loro dicendo che erano lì con il figlio che stava piangendo. Ho messo giù e sono andata allora dalla vicina di casa per chiamare i carabinieri e raccontare quanto successo. L’ho fatto poi anche alla Polizia postale e sono andata alla Tim per capire come avessero potuto manipolare i miei telefoni». La polizia postale non ha ricevuto altre segnalazioni simili. Come sempre, l’invito è a tenere alta la guardia.

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