«Walter era per le amicizie vere, scherzare e condividere momenti belli»

Osio Sotto. Il ricordo di chi frequentava Walter Monguzzi da anni. Il motociclista morto a Montello dopo essere stato speronato da un’auto.

«L’ho sentito al telefono proprio domenica mattina, alle 11,05. Gli ho chiesto se ci raggiungeva per un aperitivo e lui mi ha risposto: mi sto preparando per andare a fare il mio giro in moto ma se riesco faccio un salto. Invece lo non rivedremo più».

Non si danno pace gli amici di Walter Angelo Monguzzi, che lunedì mattina si sono dati appuntamento nella piazza di Osio Sotto, di fronte al bar pasticceria «Ol-Fà», da tanti anni punto di ritrovo della compagnia. «Ci vedevamo tutti i giorni, da almeno dieci anni e posso dire che era una persona veramente solare e gentile – racconta il titolare del locale –. Walter veniva soprattutto per fare colazione, a volte si fermava a pranzo, oppure passava anche solo per un saluto. Dopo tutti questi anni era nata una bella amicizia: ancora non ci rendiamo conto di quanto successo».

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Walter Monguzzi, originario di Gorgonzola, da quasi trent’anni abitava a Osio Sotto dove, nel 1994, era sposato e aveva una figlia. Lunedì, i familiari erano chiusi nel dolore, nell’appartamento di via Luigi Galeazzi in cui l’uomo viveva, un complesso residenziale, e non se la sono sentiti di parlare. A ricordarlo sono gli amici di sempre che raccontano come Walter avesse un’empatia rara che lo facesse stimare da tutti: «Entrava subito in sintonia con le persone, era curioso in modo intelligente, si preoccupava di te. Non aveva profili su Facebook o Instagram ma era per le amicizie vere, incontrarsi, scherzare, condividere momenti belli e meno belli, come faceva con noi che siamo la sua compagnia da trent’anni».

L’uomo lavorava come rappresentante di commercio per i supermercati nel comparto alimentare, era appassionato di moto (ne possedeva tre), di automobili e di orologi. E viaggiava parecchio, soprattutto per il lavoro, che lo portava in giro per tutta la Lombardia, ma anche per svago. «Un giro lo faceva tutti i sabati e le domeniche – ricorda uno degli amici – e in un anno macinava qualcosa come 70mila chilometri in auto e più di 20mila con le moto. Una l’avrebbe cambiata a breve: aveva appena firmato il contratto e gli sarebbe arrivata a gennaio».

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Era generoso con gli amici, Walter, anche nei momenti più difficili: «Durante il Covid, nel periodo in cui eravamo tutti chiusi in casa – continua l’amico – io mi ero ammalato gravemente. E Walter, che operando nel comparto alimentare continuava a lavorare, un giorno mi è capitato sotto casa con una grossa teglia di tortellini nel baule della macchina. Ecco, lui era così».

A Montello, ventiquattro ore dopo l’investimento in via Papa Giovanni XXIII, sulla strada erano ancora ben visibili i segni sull’asfalto, sulla corsia verso Bergamo, venti metri prima dell’incrocio semaforico. «Ho visto dal balcone di casa un uomo a terra, l’incidente era appena successo, e ho subito pensato che fosse morto – racconta un’anziana che abita all’altezza dell’incrocio –. La motocicletta è rotolata su se stessa e il conducente ha fatto un brutto volo. Una scena impressionante, non ho dormito stanotte».

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Un vicino di casa del 49enne arrestato ieri con l’accusa di omicidio volontario racconta di aver «visto i carabinieri entrare nel primo pomeriggio di domenica, pensavamo che qualcuno si fosse sentito male o a un incidente». Pochi conoscono il 49enne e la moglie: «Li ho visti entrare e uscire con la Panda, ma nulla di più», dice una vicina.

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