A Bergamo arriva «Tempo d’attesa». Al Cinema del Borgo incontro con la regista

L’EVENTO. Il 14 aprile alle 20,30 l’appuntamento con Claudia Brignone, accompagnata sul palco da due ostetriche.

Per la prima volta a Bergamo arriva «Tempo d’attesa», il documentario di Claudia Brignone che porta uno sguardo sulla maternità oggi, una lente per osservare la condizione femminile e riscriverne bisogni e desideri. Per l’occasione, lunedì 14 aprile al Cinema del Borgo, alle ore 20,30 sarà presente in sala la regista, accompagnata dalle ostetriche Silvia Ghitti e Franca Zucchinali. Il film è stato in nomination per il David di Donatello «Cecilia Mangini 2025» per il miglior documentario.

Di cosa parla «Tempo d’attesa»

È estate a Napoli, e sotto la chioma generosa di una magnolia nel parco del Bosco di Capodimonte, un gruppo di donne si incontra ogni settimana. Sono future madri. Insieme a Teresa, un’ostetrica dall’esperienza profonda e dallo sguardo accogliente, riflettono sul cambiamento che stanno vivendo. Sedute in cerchio, si raccontano: le voci si intrecciano, i dubbi si fanno eco, e le paure trovano spazio per trasformarsi in forza condivisa. Sono loro le protagoniste di «Tempo d’attesa», che dopo numerosi premi e partecipazioni a festival nazionali, è ora in tour nei cinema italiani.

«Tempo d’attesa» non è soltanto il racconto di un’esperienza condivisa di preparazione al parto, ma un’esplorazione su cosa vuol dire oggi per le donne mettere al mondo dei figli

Attraverso le loro storie, le donne del cerchio offrono uno sguardo su un cambiamento epocale in cui la maternità diventa una lente per osservare la condizione femminile e riscriverne bisogni e desideri. Il film le segue non solo nei loro momenti collettivi, ma anche nella loro intimità: durante le visite e i parti, nei primi attimi in cui la nascita ridefinisce la loro identità. Tra questi frammenti di vite, il documentario intreccia una riflessione profonda sul diventare madre e sul bisogno sempre più urgente di fare comunità. «Tempo d’attesa» non è soltanto il racconto di un’esperienza condivisa di preparazione al parto, ma un’esplorazione su cosa vuol dire oggi per le donne mettere al mondo dei figli.

L’idea del documentario

«Quando ho scoperto di essere incinta mi sembrava che tutti avessero un’opinione e una verità sulle cose giuste da fare. - ha raccontato la regista Claudia Brignone, a proposito dell’esperienza personale che l’ha portata tra Teresa e le altre donne - Mi sentivo indirizzata su una traiettoria che avevano deciso altri per me: frutto di consuetudini, pratiche standardizzate, scelte già compiute, pensieri e desideri fermi nel tempo. Mi sono chiesta se ci poteva essere un altro modo più personale, per affrontare il totale sconvolgimento che stavo attraversando e soprattutto se potevo condividerlo con chi come me stava vivendo quell’esperienza. Il film vuole essere una riflessione su cosa significhi oggi diventare madri e sulla necessità profonda di ridefinirci come donne nella nostra società».

© RIPRODUZIONE RISERVATA