«Com’eri vestita?», ad Azzano una mostra sulla violenza di genere

Una mostra sulla violenza di genere negli spazi di un asilo nido. È il progetto della psicologa e psicoterapeutica Giovanna Parimbelli che ha deciso di portare l’esposizione itinerante «Com’eri vestita?» negli spazi dell’asilo nido e centro culturale psicologico Stellina che gestisce ad Azzano San Paolo, spiegando: «L’educazione è indispensabile per il rispetto degli altri fin da piccoli».

Secondo Parimbelli, infatti, basta pochissimo per consegnare ai bambini uno stereotipo che porteranno con loro a lungo, potenzialmente tutta la vita: «Quante volte abbiamo detto a un bambino di smettere di fare la frigna, o a una bambina di non fare il maschiaccio. Alcune di queste frasi circolano da decenni, forse secoli - sottolinea Parimbelli, - Dobbiamo invece imparare che il bambino può piangere ed è assolutamente normale e possibile che lo faccia e una bambina può non dimostrare nessuna passione per le pulizie».

Da qui la scelta di sensibilizzare i genitori, in primis, e ospitare nei locali del centro «Com’eri vestita?» traduzione di «What Were You Wearing» mostra che prende avvio da un progetto di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e da Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas dove la mostra è stata esposta per la prima volta nella primavera del 2013.

L’associazione «Libere Sinergie»

In Italia è arrivata grazie all’associazione «Libere Sinergie» che ne propone un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. Obiettivo è sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne, partendo da una domanda ricorrente posta a chi subisce molestie o violenza sessuale: «Come eri vestita?». La domanda è frutto di stereotipi sessisti e sottende una colpevolizzazione della vittima. Una frase così semplice è capace di spostare l’attenzione dalla violenza alla vittima, ribaltando completamente quello che dovrebbe essere l’atto principale: la condanna dell’abuso. «Uscire dal circolo della violenza è difficilissimo, non solo perchè pieno di parole e frasi cariche di pregiudizio che usiamo ogni giorno, ma perchè spesso le donne hanno attorno un terreno bruciato, sono isolate e lasciate sole da un tessuto familiare disgregato» spiega Parimbelli.

Info utili

La mostra inaugura venerdì 17 novembre alle 20.30 e sarà visitabile, in via Meucci 2b ad Azzano San Paolo, sabato 18 e domenica 19 novembre, dalle 10 alle 21, con ingresso libero.

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