Con Leo Gassmann l’impronta dei Pinguini Tattici a Sanremo

Verso il festival. Il cantante in gara con «Terzo cuore» scritto da Riccardo Zanotti e Marco Paganelli, frontman e produttore della band bergamasca.

Attenti al «Terzo cuore», è una canzone che potrebbe fare la differenza al Festival di Sanremo di quest’anno. La canta Leo Gassmann, l’hanno scritta per lui Riccardo Zanotti e Marco Paganelli, frontman e produttore dei Pinguini Tattici Nucleari. Qualcosa del tratto pinguino si avverte. Il pezzo è contenuto nel nuovo concept album di Leo, «La strada per Agartha», in uscita il 24 febbraio. Il cantante dei Pinguini firma anche un’altra canzone: «Volo rovescio». Tra i due ragazzi è nata un’amicizia fruttuosa.

Leo ha conosciuto Riccardo tempo fa, dopo una serata in cui erano entrambi ospiti. Da allora hanno cominciato a sentirsi, e non si sono più persi di vista. Anche la collaborazione artistica si è infittita negli ultimi mesi, tanto che Riccardo ha seguito la lavorazione dell’album persino durante il tour estivo della sua band. Appena aveva un ritaglio di tempo correva in studio dal giovane Gassmann. Lo seguirà anche a Sanremo, più che altro da amico e produttore, senza mai salire sul palco. Accanto a Leo nella serata dei duetti ci sarà Edoardo Bennato e il Quartetto Flegreo, con un medley di canzoni del cantautore napoletano. «Riccardo viene a Sanremo per starmi vicino», ha spiegato Leo. «Condivideremo le emozioni. Sento di dovergli molto».

«Terzo Cuore» parla dell’amore che nasce quando s’incontra una persona speciale, un amore che è per sempre, destinato a non essere dimenticato. Un sentimento grande che arriva in soccorso anche quando tutto sembra andar male. Il pezzo è moderno, stilizzato sul modello degli hit pinguini. Funzionerà. Potrebbe persino sparigliare le carte dei favoriti. Leo si è perfettamente immedesimato nel pezzo: «Quando l’ho sentito sembrava scritto per me».

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Nel disco che uscirà c’è anche un pezzo a firma di Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, e un altro vede la presenza di Bennato. S’intitola «Io vorrei che per te» e sembra l’incontro tra due anime simili, nate in momenti diversi, comunque in sintonia. «Per me lui è il maestro», continua Leo. «Da piccolo con mamma e papà andammo a vedere lo spettacolo “Peter Pan” di Edoardo, rimasi estasiato. Anche con lui, come con Riccardo, ho instaurato un rapporto che rimarrà tutta la vita».

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Non è tutto: ne «La strada per Agartha» c’è anche un pezzo in inglese, «Without You», con la band amica dei Will & The People e ci sarà anche un brano intitolato «Caro Lucio», con un chiaro riferimento a «L’anno che verrà» di Dalla. Leo si è accorto che nessuno aveva mai risposto a quella «lettera» e così l’ha fatto lui. «Durante la pandemia ho riascoltato quella canzone. Descrive perfettamente ciò che stiamo vivendo di questi tempi». Dall’isolamento dei giorni più difficili del Covid è nata la risposta, tanto per dire che il tempo passa, ma le cose non cambiano e le guerre restano a farci tragica compagnia.

Nei concerti Leo si porta sempre un vessillo della pace, ma non è detto che lo sventolerà all’Ariston. Qualcuno potrebbe fraintendere il gesto in questa edizione numero 73 che porta a Sanremo anche Zelensky, tra mille polemiche.

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