Due giovani bergamaschi in finale al Premio Chiara

NARRATIVA. La giuria del concorso ha selezionato i racconti di Annagiulia Sciarrone di Rota d’Imagna e Nicola Buttarelli di Bergamo. Il 19 ottobre la proclamazione dei vincitori.

Tra i finalisti del Premio Chiara Giovani 2025, sezione del rinomato Premio letterario «Piero Chiara» ci sono due studenti bergamaschi: Nicola Buttarelli (2005), di Bergamo, studente all’Accademia Belle Arti Brera, a Milano e Annagiulia Sciarrone (2006), di Rota d’Imagna, studentessa al Liceo Classico Sarpi.

Fondato nel 1989, il «Piero Chiara» è il maggior concorso italiano dedicato al racconto e in questa sezione è riservato a concorrenti italiani e svizzeri tra i 15 e i 20 anni d’età.
Per l’edizione di quest’anno, i partecipanti dovevano cimentarsi nella scrittura di un racconto breve dalla traccia «Luogo».
La partecipazione è stata eccezionale, con 221 racconti pervenuti alla segreteria del Premio da tutta Italia e dal Canton Ticino. La Giuria tecnica, presieduta da Veronica Raimo, scrittrice e vincitrice del Premio Chiara 2024, e composta da Michele Airoldi (docente Liceo Cavalieri di Verbania), Andrea Bianchetti (docente CPC Lugano e CPT Bellinzona), Cristina Boracchi (direttrice festival Filosofarti), Davide Circello (docente Liceo Lugano 1), Salvatore Consolo (ispettore scolastico per la Lombardia) e Alessandro Guglielmi (giornalista Varesenews), ha selezionato 25 finalisti, tra i due giovani bergamaschi. Di seguito i riassunti dei due racconti: «Il forchettone biellese» di Nicola Buttarelli è ambientato a Biella dove muore l’ennesima celebrità e il sindaco e l’assessore alla cultura devono trovare un rimedio al disarmante fenomeno. Elaborano una doppia strategia che coinvolgerà da un lato il sovrannaturale, dall’altro il pesante martello della legge. «Riflesso nel nulla» è il titolo del racconto di Annagiulia Sciarrone: un giovane scrittore, nella sua esistenza monotona e vuota, ha trovato il luogo dove riesce a vivere autenticamente ed intensamente: la scrittura. Essa è il suo giardino segreto, la sua salvezza. Dopo un periodo di tentativi falliti, pochi secondi nel suo bagno risvegliano la sua creatività e soddisfano la sua sete di vita.

Come di consueto, i racconti finalisti sono raccolti in un volume pubblicato a cura dell’Associazione Amici di Piero Chiara. Questo volume viene inviato ai 150 membri della Giuria dei Lettori, i quali votano per stabilire la graduatoria finale dei premiati. Il libro sarà disponibile nelle librerie del Varesotto e del Canton Ticino, oltre che agli eventi autunnali del Festival del Racconto 2025 e per i soci Amici di Piero Chiara. I finalisti saranno ospiti del Premio in un evento a loro dedicato che si terrà il 21 settembre alle 16 nella Sala Montanari in Varese. La premiazione finale, dove verranno rivelati i vincitori e gli assegnatari dei premi, si terrà il 19 ottobre alle 17 al le Ville Ponti in Varese, in concomitanza con la finale del Premio Chiara «maggiore», a cui concorrono quest’anno Piero Colaprico con «Le vie della katana» (Feltrinelli), Andrej Longo con «Undici, non dimenticare» (Sellerio) e Gabriele Pedullà con «Certe sere Pablo» (Einaudi).

La presidente di Giuria del Premio Chiara Giovani, Veronica Raimo, ha così commentato: «Quello che mi auguro per i ragazzi e le ragazze di oggi, per i quanti hanno partecipato alla raccolta, è che dai luoghi tornino a riconsiderare lo spazio, a non chiudersi nelle loro camerette o in luoghi interiori, ma che riorganizzino una collettività politica dove al centro ci sia un nuovo spazio da costruire, uno spazio pubblico, dialettico, vivo, sconfinato e imprevedibile. E nello stesso modo, mi auguro che non vedano i libri come luoghi di evasione o luoghi in cui rintanarsi, ma come uno spazio incerto, complicato, dove perdersi e dove perdere le proprie certezze. Cioè, in definitiva, il contrario della sicurezza. Uno spazio mutevole e non per forza consolatorio . La consolazione è una brutta bestia, anche quando ha le sembianze di una bestiola carina».

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