Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Venerdì 24 Ottobre 2025
Giovanni Marieni, addio all’alpino cultore della storia
IL LUTTO . Nel 2019 aveva donato al Museo Sestini il fondo fotografico di famiglia: 3mila scatti sulla Grande Guerra vista dal nonno generale, sindaco di Bergamo nel 1920-21.
«Con animo nobile e silenzioso, ci ha lasciati Giovanni Marieni Saredo»: hanno tutta la forza di un ritratto le parole con cui la moglie Isabella, i figli Maria Luisa, Irina e Alessandro e la sorella Ina, hanno annunciato la scomparsa, a 83 anni appena compiuti, di una figura che, nella discrezione che la contraddistingueva, ha avuto un ruolo importante nel coltivare la memoria storica e il presente della cultura della nostra città.
In parte era scritto nel destino famigliare, visto che Marieni ha raccolto, custodito e anche condiviso con la comunità, l’eredità storica del nonno di cui portava il nome, Giovanni Marieni Saredo (1858-1933), comandante del Genio in Tripolitania nella Guerra di Libia, uno dei padri della nostra aeronautica militare in qualità di creatore e organizzatore dell’aviazione nella Grande Guerra, Comandante generale del Genio militare dopo Caporetto, nonché sindaco di Bergamo a cavallo del 1920-1921.
Chi era Giovanni Marieni
E così, dopo essere cresciuto girando il mondo da Atene a Buenos Aires, da Tokyo a Strasburgo, al seguito del padre ambasciatore, Giovanni Marieni Saredo aveva scelto di vivere sulla collina di famiglia, nella casa sui Colli che si affaccia sulla via dedicata al nonno generale, che proprio qui si era spento. Da quel momento, su quella collina sventola la bandiera italiana, perché per Giovanni Marieni il patriottismo era nel sangue, così come il profondo spirito di appartenenza al corpo degli Alpini, sin dagli anni del servizio militare. Diceva sempre alla famiglia che non avrebbe voluto discorsi ai suoi funerali, ma soltanto la presenza dei «suoi» Alpini. E così saranno anche loro, venerdì 24 ottobre alle ore 15, nella parrocchiale di Santa Grata Inter Vites in Borgo Canale, a salutarlo per l’ultima volta.
I ricordi degli amici
È l’amico di una vita, Willi Zavaritt, a raccontarci di Giovanni Marieni Saredo: «Uomo irripetibile per vicende famigliari, biografiche e doti umane. Convivevano in lui la serietà operativa del nonno generale con la diplomazia del padre ambasciatore. Quando vivi infanzia, scuole, università, servizio militare, lavoro, e studi in diversi luoghi del mondo, questo ti lascia una grande apertura umana e la capacità di comprensione di tutte le situazioni. In Giovanni, queste esperienze si sono innestate su un carattere molto fermo e per nulla disposto a scendere a compromessi, come dimostra la sua attività dopo il rientro in Bergamasca. Sportivo coraggioso, abbiamo praticato assieme il volo a vela e la canoa di fiume, oltre che lo sci di alta montagna.
Alla scuola Ufficiali alpini di Aosta ci trovammo a comandare la manovra a fuoco, ma ero tranquillo perché era Giovanni a comandare il Plotone Armi leggere, che sparava proiettili di mitragliatrice che fischiavano sopra le nostre teste. Con la maturità, Giovanni si è cimentato con il compito di raccogliere e tramandare le vicende di famiglia paterna e materna; sono scritti documentati di fatti e situazioni non ripetibili, e quindi tanto più preziosi per i discendenti. Ormai settantenne ha svolto un nuovo servizio alla città: chiamato nella Fondazione Accademia Carrara, come membro della Commissarìa ha dedicato intelligenza e diplomazia al tentativo di far prevalere nella gestione l’aspetto culturale su quello commerciale, la ricerca e lo studio sullo sfruttamento economico dei tesori di proprietà cittadina. Lascia un vuoto non colmabile, perché in lui convivevano fermezza e diplomazia. Era un gentiluomo».
E per un gentiluomo come Marieni, anche la storia famigliare non era un «distintivo» da conservare nel baule, ma una vicenda che trovava senso in una dimensione collettiva: «Di Giovanni Marieni Saredo è impossibile non ricordare il garbo, la discrezione e il sorriso gentile – dichiara la direttrice del Museo delle storie, Roberta Frigeni - Una sincera passione verso il museo, una grande sensibilità verso il patrimonio storico mostrati nel dialogo cordiale e rispettoso con il nostro staff. Ha collaborato con tutti: come membro del direttivo dell’Associazione Amici del Museo, come raffinato cultore della storia, come persona sempre pronta a partecipare alle attività e in qualità di donatore. La generosità è un tratto distintivo del rapporto della famiglia Marieni con il museo, sempre presente nei momenti di costruzione della memoria, con gesti dal profondo valore civico. Lunedì presenteremo il nostro nuovo portale online degli Archivi e delle Collezioni storiche: un progetto che molto, moltissimo deve a figure come quella di Giovanni Marieni Saredo».
La donazione del fondo fotografico di famiglia
Nel 2019, infatti, scelse di donare al Museo della fotografia Sestini il prezioso fondo fotografico di famiglia (quasi 3.000 stampe che, restaurate e digitalizzate dal museo grazie al bando 2022-2023 Grande Guerra del ministero della Cultura, presto saranno consultabili sul portale www.14-18.it). Seguirà il prestito del prezioso «Ritratto di Giuseppe Marieni» (1774-1813), ufficiale del Genio nell’esercito del Regno d’Italia napoleonico, per la mostra «Le carte dell’identità» nel 2011, poi per il riallestimento della Rocca nel 2013, fino alla donazione del dipinto al Museo delle storie nel 2020.
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