I sette messaggeri e un viaggio nell’ignoto sul filo della speranza

PER LA FESTA DEL PATRONO. Nella Cattedrale di Sant’Alessandro la sera del 26 agosto «Meditazione sul tempo», lettura teatralizzata del testo di Dino Buzzati e altre opere sui temi dell’attesa e della ricerca.

Bergamo

Ha come titolo-motto «Abitare il futuro» l’ampio programma di iniziative predisposto congiuntamente dal Comune e dalla Diocesi per la ricorrenza della festa del Patrono di Bergamo: «La figura di Sant’Alessandro – affermano gli organizzatori -, martire della fede e testimone radicale di speranza, continua a parlare, in un momento storico che ha urgente bisogno di visioni coraggiose».

Protagonista e voce narrante del racconto è un principe che, con una scorta di cavalieri, si mette in viaggio per esplorare i territori del regno di suo padre, credendo inizialmente di poterne raggiungere i confini in poche settimane. Trascorsi più di otto anni, ancora non li scorge, mentre i tragitti percorsi dai messaggeri che periodicamente invia per mantenere un contatto con il suo luogo d’origine si allungano sempre di più

La speranza nuova

Nel pomeriggio e nella serata del 26 agosto il coraggio, la speranza e l’apertura al futuro saranno oggetto di riflessione anche in due appuntamenti dedicati alla novella di Dino Buzzati «I sette messaggeri» (1942): alle 18, la Biblioteca Civica Angelo Mai ospiterà una conversazione aperta al pubblico fra il teologo don Giuliano Zanchi e il regista Gabriele Vacis (il titolo dell’incontro, «Una speranza nuova mi trarrà più avanti», riprende un passaggio del testo di Buzzati). Protagonista e voce narrante del racconto è un principe che, con una scorta di cavalieri, si mette in viaggio per esplorare i territori del regno di suo padre, credendo inizialmente di poterne raggiungere i confini in poche settimane. Trascorsi più di otto anni, ancora non li scorge, mentre i tragitti percorsi dai messaggeri che periodicamente invia per mantenere un contatto con il suo luogo d’origine si allungano sempre di più.

L’ipotesi del cerchio

Potrebbe essere che la bussola di cui il principe si serve sia impazzita, di modo che lui e i compagni, pensando di dirigersi verso sud, avrebbero solamente girato in cerchio? «Questo potrebbe spiegare il motivo per cui ancora non siamo giunti all’estrema frontiera. Ma più sovente mi tormenta il dubbio che questo confine non esista, che il regno si estenda senza limite alcuno e che, per quanto io avanzi, mai potrò arrivare alla fine». Vertiginoso e inquietante, il racconto buzzatiano non ha però una conclusione in tono sconsolato, né tantomeno nichilista.

Lettura e degustazione

Dopo il dialogo all’Angelo Mai, alle 21, nella Cattedrale di Sant’Alessandro, Vacis porterà in scena una «Meditazione sul tempo», con la lettura teatralizzata del testo buzzatiano e di altre famose opere letterarie incentrate sui temi dell’attesa e della ricerca. La «scenofonia» dello spettacolo sarà curata da Roberto Tarasco; nell’occasione, Vacis sarà affiancato da due giovani attori, Erica Nava e L orenzo Tombesi (ingresso gratuito con possibilità di prenotazione mediante il circuito Eventbrite; seguirà, sotto i portici del Palazzo della Ragione, una degustazione della tradizionale Torta di Sant’Alessandro e di vini del Consorzio Tutela Valcalepio). Ventiseienne, bergamasca di Gorle, Erica Nava è tra i fondatori del gruppo PoEM («Potenziali Evocati Multimediali»).

Dal Progetto Young

«Negli anni in cui frequentavo il liceo scientifico al “Mascheroni” - ricorda – capii che il mio desiderio più profondo era fare teatro. Ho trovato un importante sostegno in Fabio Comana e Maria Grazia Panigada, con il Progetto Young del “Donizetti”, che si prefigge appunto di aiutare i giovani intenzionati a seguire percorsi attoriali di livello avanzato. In seguito, ho frequentato la Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, all’epoca diretta da Vacis». «Proprio da Gabriele – prosegue Erica Nava – io e altri miei compagni di corso siamo stati invogliati a stabilire un rapporto di collaborazione, anziché intraprendere delle carriere individuali. Abbiamo così fondato una compagnia di attori e attrici under 30, PoEM, che attualmente presiedo». Di PoEM fa parte anche Lorenzo Tombesi, originario di Senigallia, coetaneo di Erica Nava: «A Bergamo – egli anticipa - vorremmo proporre non solamente uno spettacolo teatrale, ma una meditazione a più voci sulla natura del tempo, come dimensione misteriosa che sempre accompagna l’esperienza umana. Al racconto di Buzzati si aggiungeranno brani di opere di altri autori, come Goethe, Samuel Beckett, Steve Conrad».

La città di Marozia

«Tra i testi che leggerò – continua Tombesi -, ve ne sarà uno di Italo Calvino, tratto da “Le città invisibili”. Nel libro, in una serie di dialoghi immaginari con Kublai Khan, Marco Polo gli descrive delle città che lui avrebbe visitato. Io mi soffermerò sulle pagine dedicate a Marozia. In passato – riferisce Marco - a Marozia tutti correvano in cunicoli di piombo, come frotte di topi, contendendosi gli avanzi di cibo; ma, stando a un oracolo, sarebbe presto iniziato “un nuovo secolo in cui tutti a Marozia avrebbero volato come le rondini nel cielo d’estate, chiamandosi come in un gioco, esibendosi in volteggi ad ali ferme, sgombrando l’aria da zanzare e moscerini”. La profezia sembra poi essersi adempiuta, ma in modo parziale: la penna di Calvino pare suggerirci che nelle nostre città, quelle in cui di fatto viviamo, ciascuno di noi racchiuda in sé più aspetti, mostrandosi di volta in volta come rondine, topo o pipistrello

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