«Il ragazzo e la tigre», il nuovo film di Brando Quilici. Il giovane protagonista: «È stata un’avventura fantastica» - Video

Cinema. Nelle sale il nuovo film di Brando Quilici: amicizia, azione e avventura in scenari mozzafiato. Ecco il video con l’intervista a Sunny Pawar.

È una storia di amicizia, scoperta di sé e del mondo, quella abilmente messa in scena dal regista Brando Quilici nel suo nuovo film, «Il ragazzo e la tigre», distribuito da Medusa, presentato nelle scorse settimane alla Festa del Cinema di Roma e disponibile nelle sale. È un racconto delicato, di affetti perduti e ritrovati, ma al contempo dal messaggio potente. Balmani è un ragazzino nepalese, scappato dall’orfanotrofio in cui vive per tornare a Kathmandu, la città d’origine. Durante il percorso incontra un cucciolo di tigre catturato da una banda di bracconieri pronti a venderlo al mercato nero, tuttavia riesce a salvarlo e decide di portarlo con sé.

A partire da questo momento, per i due compagni di viaggio comincia una serie di peripezie. «Il ragazzo e la tigre sono entrambi orfani, ma riescono a salvarsi a vicenda», racconta Quilici, noto cineasta televisivo e documentarista, figlio d’arte, che ha alle spalle il film-favola «Il mio amico Nanuk» e numerosi lavori anche per reti americane, tra cui National Geographic Channel. «È un film per la famiglia - spiega –, che tratta di amicizia, azione e avventura. E vuole essere un invito ai giovani a trovare sempre il coraggio per superare gli ostacoli, aiutando chi ha più bisogno». Una produzione cinematografica impegnativa, che ha richiesto 93 giorni di riprese scanditi nel corso di molti mesi per permettere di seguire la crescita progressiva dell’animale: «Quando abbiamo iniziato a girare la tigre aveva tre mesi, quando abbiamo finito pesava 80 kg. È stato straordinario vederne l’evoluzione, anche sotto il profilo caratteriale: il bambino le dava da mangiare ogni giorno e, da animale potenzialmente pericoloso, è diventata docile. Sembrava avesse compreso il ruolo di amica di Balmani, che in nepalese vuol dire “piccolo gioiello”. Dopotutto, erano due cuccioli…» confida il regista.

«Il ragazzo e la tigre», il nuovo film di Brando Quilici. Ecco la video intervista al giovane protagonista.

Dunque, una storia di vero amore ambientata in cornici mozzafiato, dalle pianure subtropicali del Chitwan alla vetta dell’Annapurna a 8100 metri, seguendo il corso del fiume Narayani, considerato sacro, addentrandosi nei villaggi o nel monastero dei monaci buddhisti himalayani, arrivando a scandagliare il contrasto tra la natura incontaminata e il contesto urbano inquinato di Kathmandu. Nel film non mancano infatti risvolti ecologici e riflessioni che incoraggiano a sostare sulla precarietà della fauna selvatica. «Nel 2015 lessi il programma del Wwf “Save the tigers now” e pensai di realizzare un audiovisivo rivolto ai giovani per far sapere loro che esiste un mondo in pericolo. Di questi straordinari felini ne restano solo 3.900 esemplari in libertà e in Nepal, uno degli habitat naturali della magnifica tigre del Bengala, il numero è inferiore a 300», racconta Brando Quilici che, per documentarsi a fondo, viaggiò nello Stato asiatico subito dopo il terribile terremoto del 2015. Fu l’occasione imprescindibile per conoscere il territorio, studiarne tradizioni e leggende, incontrare persone come Meg Done, cui si deve la costruzione di un orfanotrofio per oltre quaranta bambini: una comunità affiatata, «luogo di amore e guarigione, dove i piccoli che hanno vissuto tragedie e perdite trovano una nuova dimora».

Ecco, questo è forse il senso profondo del film: un messaggio di amore, un invito alla fratellanza. Nelle parole del regista, «tutti possiamo essere amici su questa Terra, un pianeta oggi così prezioso e così fragile, in cui veder scoppiare guerre tra fratelli spezza il cuore». Nel cast Sunny Pawar nei panni del piccolo Balmani, Claudia Gerini nelle vesti di Hannah, direttrice dell’orfanotrofio, e Yoon C. Joyce, attore bergamasco di origini coreane.

© RIPRODUZIONE RISERVATA