Il Teatro Sociale canta con i Piccoli Musici

Fuoriprogramma. Mario Mora, inossidabile guida del coro fin dalla nascita (nel 1986), aveva annunciato che ci sarebbero stati alcuni brani in cui avrebbe coinvolto il pubblico. Un po’ come a Londra, al Concerto natalizio alla Royal Albert Hall, dove la platea è protagonista.

Natale e Piccoli Musici sono un binomio perfetto. A dire il vero, a ben guardare è difficile, nella ultra trentennale storia del premiatissimo coro di Mario Mora trovare qualche repertorio che non sia ineccepibile. Sabato pomeriggio al Teatro Sociale, pieno per la circostanza, I Piccoli Musici di Casazza hanno concesso un fuoriprogramma inedito nella loro storia. Mario Mora, inossidabile guida del coro fin dalla nascita (nel 1986) per altro lo aveva annunciato che ci sarebbero stati alcuni brani cantati dal coro assieme al pubblico. Come a Londra, al Concerto di Natale alla Royal Albert Hall, dove il pubblico è protagonista insieme al coro e all’orchestra.

Certo, la civiltà corale inglese è altra cosa rispetto alla nostra: i giovani virgulti della valle Cavallina cresciuti da Mora (e alla scuola omonima) sono un’eccezione che conferma una regola. La nostra civiltà musicale e la pratica (quella corale è la prima) non è quella di qualche decennio fa, si canta, purtroppo, sempre meno. E allora il pomeriggio di ieri, con tutto il Teatro Sociale unito a intonare «White Christmas», «Stille Nach» e infine «Va’ pensiero», rodato da un quarto d’ora di prova con lo stesso Mora, è stato un successo nel successo. Ha reso, il lettore perdoni il gioco di parole, «corale» la festa di Natale dei Piccoli Musici.

Da parte sua il gruppo di Mora ha confermato tutte le belle ed eccellenti qualità che da anni hanno raccolto premi ed elogi, e non a livello provinciale, ma nazionale e internazionale: una cifra musicale che si basa su sonorità di rara omogeneità, dizione curatissima e univoca, fraseggio dosato e sempre calibrato, dolce e flessibile, capace di creare espressioni di raro incanto e terse, cadenzare studiato, senza che nulla sia fuori posto, e infine capacità di creare suggestioni polifoniche con invidiabile facilità. In questo contesto di qualità acclarate, il concerto di ieri sera ha offerto alcuni spunti nuovi e inediti: ad esempio l’irrompere di una zampogna (o meglio, del baghèt bergamasco di Stefano Mora) in dialogo e dialettica con il coro su «Li cieli s’apriru» di Mario Zuccante, uno degli autori preferiti dal coro bergamasco; lo strumento ad ancia faceva il suo ingresso dal fondo della platea, collocandosi al centro di un semicerchio di voci attorno alle poltroncine, creando suggestioni inedite nel duettare di zampogna e voci che tessono trame deliziose e eleganti. E il coro, allo strumento popolare replicava con i coristi con il naso tappato.

Da John Lennon al canto finlandese

La varietà di espressioni natalizie era un’altra freccia all’arco dei Piccoli Musici, che spaziavano dalle carole medievali ad alcuni dei canti tradizionali tra i più noti, da John Rutter, uno dei «must» del repertorio vocale degli ultimi anni, al sempre suggestivo «Happy Xmas. War is over» di John Lennon, proposto a tempo celere; ma anche «chicche» scovate con cura, come una canzone finlandese dalla diafana e inedita polifonia «a cappella», per nulla scontata nella sua oscillazione tra desiderio di festa e lieve tristezza. Nel quadro delle proposte, non è stato di poco conto l’apporto strumentale ben orchestrato per la circostanza. Oltre all’accompagnamento pianistico saggio e misurato di Luigi Panzeri, si sono fatti valere i contributi selezionati di Francesca Turale all’arpa, di Martina Mazzucchetti all’arpa, di Silvia Freti al flauto traverso.

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