In un film l’aiuto agli ebrei del futuro Papa Giovanni XXIII

SETTIMANA DELLA CULTURA. Giovedì 20 aprile la proiezione del lungometraggio del regista Vincenzo Pergolizzi sull’aiuto di Roncalli agli ebrei, promossa dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII presso l’auditorium del Seminario vescovile.

Ormai ci siamo, manca poco alla prima proiezione nazionale de «L’Ultimo degli U-Boot e l’Angelo di Istanbul», un docufilm del regista e produttore bolognese Vincenzo Pergolizzi. Giovedì 20 aprile alle 20.30, presso l’auditorium del Seminario vescovile, si terrà la prima visione assoluta di questo lungometraggio che ha lo scopo di ripercorrere l’ impegno in favore dei profughi ebrei e le opere compiute durante i terribili anni della Seconda guerra mondiale dal futuro Papa Giovanni XXIII.

Il regista nel ’92 si trasferisce a Istanbul, inizia a collaborare con diverse testate giornalistiche quali l’Ansa e «Il Messaggero» e ad insegnare la lingua italiana. Ed è proprio lì che si appassiona alla ripresa audiovisiva. Prende avvio, così, il progetto di un film documentario sulla figura di Angelo Giuseppe Roncalli per la quale Pergolizzi aveva già mostrato interesse da ragazzo. Per realizzare quest’opera egli sfrutta pienamente le opportunità che gli vengono offerte da quel luogo e innesta le interviste rivolte ad alcuni testimoni diretti di quei fatti e ad alcuni figli di quelle decine di migliaia di ebrei che il Papa, allora delegato apostolico a Istanbul, aveva aiutato a espatriare dall’Europa centro-orientale verso la Terrasanta. Con un’audace attività e con l’aiuto di altri membri del clero, Roncalli aveva creato un’organizzazione di soccorso agli ebrei, che faceva, tra l’altro, ottenere loro i documenti di viaggio e certificati di espatrio, oltre a fornire cibi e beni di prima necessità.

Viene riportata anche l’intervista a una signora di 96 anni che, nel ripercorre i suoi anni giovanili, ricorda suo padre, rappresentante dei Levantini ovvero degli occidentali a Istanbul, e l’aiuto dato a Giovanni XXIII in questa grande opera umanitaria.

Uno dei pregi del film è quello di permettere allo spettatore di avere testimonianze dirette sull’operato del futuro Papa mostrando anche elementi non noti e consentendogli di conoscere molti dettagli di questo aiuto, così da poter apprezzare appieno la grande carità e benevolenza, ma anche la determinazione e la prodezza di un sacerdote che ha rischiato di persona per il supporto dato ai perseguitati. Il film mette in evidenza anche caratteristiche di Roncalli non sempre valutate pienamente: è stato un uomo di raffinata intelligenza e alto profilo diplomatico, una delle migliori espressioni della diplomazia vaticana; gli accordi conclusi perfino con l’ambasciatore tedesco Franz von Papen ad Istanbul per fornire l’aiuto necessario agli ebrei testimoniano la sua grande abilità, ma anche il coraggio, la serenità e la conoscenza dell’animo umano, così come la sua grande visione ecumenica che è stata alla base del Concilio Vaticano II.

È bene ricordare però, anche se questo non emerge dal film che si concentra solamente sullo scenario turco, che Roncalli fu non solo delegato apostolico in Turchia ma anche in Grecia, dove, a causa degli occupanti nazisti e fascisti, gli ebrei correvano rischi terribili. Per questo Roncalli aveva organizzato i cosiddetti «treni della salvezza» facendo spostare migliaia di perseguitati dalle zone che erano sotto il controllo tedesco alla Palestina attraverso il corridoio neutrale della Turchia.

La proiezione sarà anticipata da una presentazione da parte del regista, che spiegherà come abbia realizzato queste interviste e abbia montato il film. All’evento presenzieranno anche figure istituzionali (un centinaio di autorità hanno già confermato la loro adesione), ed è previsto l’intervento del rabbino capo di Milano.

Il direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII, don Ezio Bolis, sottolinea come con questo docufilm si voglia «lasciare alla città di Bergamo in questo anno in cui è Capitale della Cultura insieme a Brescia, un’occasione preziosa per scoprire un personaggio che è noto ma non completamente e per far conoscere ciò che la fondazione sta facendo in questi anni. Quando parliamo di cultura a Bergamo, infatti, non si può dimenticare la figura di Angelo Giuseppe Roncalli».

I posti disponibili sono quasi un migliaio, l’ingresso è libero senza prenotazione che, però, è gradita. Qualora ci fossero gruppi che vogliano usufruire del parcheggio possono scrivere un’e-mail a [email protected] o telefonare al numero 035.4284103 (fino a esaurimento posti).

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