In viaggio nei santuari orobici tra arte, storia, fede e memoria

GLI ITINERARI. Presentata la prima guida ai luoghi mariani: da Ardesio a Stezzano scrigni di cultura e bellezza che ogni emigrante visitava prima di partire.

Luoghi della fede, del cuore ma anche della memoria. I santuari mariani nella provincia di Bergamo sono una presenza densa di valore spirituale, storico e artistico. «In ogni valle o lembo di terra della Bergamasca c’è un santuario, tra quelli più noti e quelli meno» dice Carlo Personeni, presidente dell’Ente Bergamaschi nel Mondo. Veri scrigni di cultura e bellezza, oltre all’essere templi del culto, che l’associazione per la promozione dei legami con gli emigranti bergamaschi ha deciso di raccogliere in una guida turistica. «Bergamo, terra di santuari» è il titolo del primo volume, realizzato da Tiziano Piazza e pubblicato dall’editrice Corponove di Bergamo, di quella che diventerà una collana dedicata alla scoperta dei santuari del territorio.

Sessanta santuari in tutta la Bergamasca

«Oggi orgogliosamente presentiamo questa prima guida. I santuari della Bergamasca sono oltre 60 e sono molto importanti per i nostri emigranti, che prima di partire non lasciavano i propri paesi senza prima salire al loro santuario per affidarsi alla protezione di Maria e vi si recavano anche dopo, tornati dal viaggio, per pregare e ringraziare la Madonna. In questo volume abbiamo raccolto i primi 10», ha spiegato Personeni nella presentazione del volume ieri a Oriocenter, dopo i saluti del fondatore e presidente onorario dell’Ebm, Santo Locatelli.

La Madonna dei Campi di Stezzano, del Colle Gallo a Gaverina, della Coltura a Lenna, della Cornabusa a Sant’Omobono, delle Grazie ad Ardesio, delle Lacrime a Treviglio, e ancora il santuario della Madonnina a Colere, della Madonna del Perello ad Algua, la Madonna della Torre a Sovere e dello Zuccarello a Nembro: sono i luoghi inseriti nel testo e che toccano tutto il territorio provinciale, dalla val di Scalve alla Bassa.

Costruita insieme alle amministrazioni, alle Pro loco dei Comuni, agli enti del territorio e ai rettori dei santuari, la guida rientra nel progetto «Il ponte delle radici bergamasche e lombarde nel mondo» cofinanziato da Regione Lombardia, e si inserisce nel solco del programma «Turismo delle radici» promosso nel 2024 dal governo per rilanciare il turismo degli italiani all’estero e degli italo-discendenti.

Ed è soprattutto fuori dai confini nazionali che la guida sarà veicolata perché, come ricorda Francesco Brighenti, socio dell’Ente Bergamaschi nel Mondo, «gli emigranti lombardi sono oltre 640mila, di cui 72.240 bergamaschi e 9.763 solo quelli della città di Bergamo».

Ma oltre agli iscritti all’Anagrafe dei residenti italiani all’estero (Aire), sottolinea Personeni, «ci sono i circa 70 milioni di oriundi di terza e quarta generazione che vivono all’estero. Sono persone le cui famiglie sono partite dai nostri paesi che oggi più di tutti soffrono il calo demografico e lo spopolamento, e che se tornassero produrrebbero reddito e crescita del Pil».

A chi si rivolge la mappa

La guida quindi, tra mappe e Qr code di approfondimento, si rivolge a tutti loro per stimolare il rientro anzitutto attraverso il turismo. «È un turismo religioso ma che va oltre l’aspetto della fede - conclude l’autore Tiziano Piazza -. L’originalità della guida è questa: il santuario diventa uno spunto per parlare dei territori attorno e un motivo di richiamo culturale e artistico delle bellezze locali».

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