L’architetto Caniana di Fra Galgario torna a «progettare» ad Alzano

GRANDI RESTAURI. Restituito al Museo di Arte Sacra San Martino il dipinto del Settecento, dopo un delicato intervento di recupero nell’ambito della campagna promossa da Fondazione Creberg.

È la volta del ritorno a casa del «Ritratto di Giovan Battista Caniana Architetto» al museo di Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo. Il dipinto di Fra Galgario il 17 novembre è stato restituito all’istituzione alzanese dopo un accurato intervento di restauro. Da lungo tempo Fondazione Creberg collabora con i Musei di Arte Sacra del territorio e l’intervento su questo dipinto rientra nel pluriennale progetto «Grandi Restauri», ideato da Angelo Piazzoli, ora presidente di Fondazione Creberg.

Eccellente dipintor

«Per la comunità di Alzano Lombardo – evidenzia Angelo Piazzoli – nel primo semestre di quest’anno Fondazione Creberg si era già impegnata nel ripristino di tre pale d’altare di Giambettino Cignaroli che necessitavano di interventi urgenti, pena l’inesorabile e definitiva perdita della leggibilità dei dipinti, molto compromessi dal punto di vista conservativo. I restauri hanno permesso al Museo di Arte Sacra San Martino di organizzare la bella mostra “Eccellente dipintor. Il colore ritrovato di Giambettino Cignaroli”, aperta fino al prossimo 30 novembre, di cui Fondazione Creberg è partner principale». «In quest’occasione – continua il presidente – siamo molto lieti di essere di nuovo accanto al Museo di Alzano Lombardo, con il restauro di un prezioso dipinto che presentava notevoli problemi di degrado fisico».

Il legame con il Museo

Insieme all’Incontro di Davide con Betsabea e il piccolo Salomone di Federico Ferrario ripristinato nel 2021 e ai dipinti di Antonio Cifrondi (T obia e l’Angelo e Transito di San Giuseppe) restaurati nel 2023, con questi interventi Fondazione Creberg suggella lo stretto e duraturo legame con il Museo di Alzano. Quanto al’opera di Fra Galgario, ad oggi non si conosce quale precisa occasione permise la realizzazione di questo straordinario ritratto conservato ad Alzano Lombardo, ma è noto che l’architetto soggiornò a lungo nella vivace cittadina bergamasca.

La bottega del Fantoni

Già dal 1691-1692 il Caniana - nato nel 1671 a Romano di Lombardia, proveniente da una famiglia di intagliatori e intarsiatori - collaborò con Andrea Fantoni alla realizzazione degli armadi della seconda sacrestia della Basilica di Alzano contribuendo ad intarsi e riquadratura, sotto la direzione della bottega Fantoni. Anche il disegno del pulpito della Basilica fu eseguito dal Caniana, mentre per la realizzazione di statue e parti marmoree vennero coinvolti i membri della bottega del Fantoni. Un dato utile nella ricostruzione della datazione dell’opera è la realizzazione, da parte del Caniana tra il 1730 e il 1740, del progetto della chiesa del convento del Galgario a Bergamo, dove il frate pittore esecutore del dipinto, risiedeva. L’opera – databile in questo periodo - mostra coerenza con l’età, intorno ai sessant’anni, del Caniana all’epoca.

Naturalismo schietto

Il ritratto, eseguito a mezzo busto, è tra i più intensi realizzati dal Ghislandi ed esprime un naturalismo sincero e schietto, pieno di espressività e di consapevolezza del proprio lavoro. Gli emblemi della professione sono in primo piano: sullo scrittoio stanno appoggiati i fogli dei progetti che l’Architetto sta disegnando con l’ausilio di un compasso.

Vecchi ritocchi

Il delicato intervento è stato eseguito da Fabiana Maurizio, sotto la Direzione di Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza di Bergamo. Sui dettagli dell’intervento si sofferma la restauratrice incaricata da Fondazione Creberg: «L’opera risultava molto compromessa nella lettura cromatica poiché appesantita da vecchi ritocchi alterati ed una vernice fortemente ingiallita, con diversi sbiancamenti ed opacizzazioni. Durante la pulitura è stato interessante riscoprire l’iter storico e conservativo del dipinto. Dopo la rimozione di tutti i ritocchi e delle vernici – evidenzia la restauratrice – sono emerse stuccature che denotavano che il dipinto fu, in passato, rimpicciolito. Sono infatti chiari i segni della piegatura della tela su un telaio più piccolo e relativi buchi dei chiodi. Fortunatamente il dipinto non fu tagliato, come accadeva spesso, ma solo ripiegato su sé stesso e ciò permise al restauro di Pellicioli di recuperarlo in toto. Altre informazioni, sempre post pulitura, sono la presenza di un cartiglio, aggiunto si presume in epoca ottocentesca, e una vecchia scritta appena accennata. Il cartiglio fu poi rimosso, mediante abrasione, nei restauri precedenti e poi coperto con diversi strati di colla animale e pigmento. La ridipintura servì, sia per coprire il cartiglio, che per saturare una stesura di colore bituminosa con tendenza alla separazione ed ha interessato praticamente tutto il fondo bruno dell’opera».

Colori vividi e brillanti

«Questo pesante strato di ridipintura – conclude Fabiana Maurizio – è stato rimosso durante il nostro intervento insieme alle vernici ingiallite ed ai vecchi ritocchi, restituendo un bruno più profondo e colori originali più vividi e brillanti, come è chiaramente visibile nel recupero dell’indaco (pigmento tipicamente usato da Fra Galgario) della giacca e della lacca del coprispalle». Il dipinto sarà visibile presso il Museo di Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo a partire dal 18 novembre, durante gli orari d’apertura.

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