Le origini di Città bassa dall’ottocento ai giorni nostri

STORIA. Il Ducato di Piazza Pontida, in occasione del centenario, propone giovedì 22 febbraio un incontro dedicato alle trasformazioni urbanistiche di Bergamo: ospite della serata il professor Giovanni Carullo.

Ritornano i «Giovedì culturali» del Ducato di Piazza Pontida nell’anno del centenario. Si tratta di uno dei «100 eventi nell’anno dei 100». Giovedì 22 febbraio alle 21 nella Sala Galmozzi in via Tasso, 4 a Bergamo, il professor Giovanni Carullo terrà una serata culturale spiegando come Città Alta venne trasferita in Città Bassa.

Trasferimenti non indolori

«Nel corso dell’Ottocento - afferma il Duca Mario Morotti, al secolo Smiciatöt -, in particolare pochi anni dopo l’unificazione nazionale, i più importanti centri amministrativi e politici cittadini, Prefettura, Amministrazione provinciale, Municipio… che da secoli erano radicati nell’alta Città (la Città per antonomasia) vennero trasferiti nella parte “piana”, la vasta area corrispondente all’attuale centro piacentiniano, allora ancora quasi vuota. Le motivazioni di questi trasferimenti erano di vario genere: funzionale, urbanistico, economico e… sanitario e le decisioni non furono indolori. La loro conseguenza fu la trasformazione complessiva, e definitiva, dell’assetto urbano della Città e creazione di un nuovo “secondo centro urbano“ e la conseguente decadenza del borgo storico di Città Alta, il “cuore“ di Bergamo. La trasformazione definitiva avvenne poi all’inizio del secolo scorso, con la realizzazione del progetto piacentiniano che realizzò il moderno centro cittadino, quale ancora oggi possiamo vedere».

Processo urbanistico e sociale

Nell’intervento del professor Carullo verrà illustrato il singolare processo urbanistico che ha creato la Bergamo di oggi. «Ripercorrere queste trasformazioni – conclude il Duca – altro non è che ripercorrere la storia, non solo urbana, ma anche sociale, della nostra Città. Quindi il Ducato aspetta gli appassionati della storia di Bergamo a partecipare all’incontro»

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