L’evoluzione della telefonia negli apparecchi storici: una mostra a Bergamo

L’APPUNTAMENTO. Fino al 12 ottobre al Centro culturale San Bartolomeo viaggio nel tempo: dal primo modello ideato da Meucci nel 1856 al telegrafo del 1940.

Un vero viaggio nel tempo per attraversare due secoli di telecomunicazioni e provare i telefoni del passato. Inaugura questa mattina al centro culturale San Bartolomeo di Bergamo la mostra storica sull’evoluzione della tecnologia dal 1890 agli anni Settanta, promosso da Alatel, l’associazione che raggruppa i seniores di Telecom Italia, in collaborazione con i collezionisti del gruppo Meucci di Treviglio e l’archivio storico Tim di Torino.

Ingresso libero

L’esposizione, ad ingresso libero fino al 12 ottobre (dalle 10 alle 19), permette di osservare da vicino le apparecchiature telefoniche ripercorrendo lo sviluppo della telefonia. «L’iniziativa intende valorizzare sia il contributo che l’impegno e la professionalità di tante donne e uomini che hanno dato allo sviluppo della tecnologia, nonché la storia e la cultura di un settore vitale per il progresso del nostro Paese – commentano gli organizzatori, coordinati da Fiorenzo Benzoni, presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’associazione di pensionati e lavoratori di Telecom Italia -. Il merito va ai seniores di Alatel, da sempre impegnati a custodire e a promuovere la cultura delle telecomunicazioni, unitamente alla passione del Gruppo Meucci di Treviglio, costituito da persone che hanno sviluppato la propria professionalità in Telecom Italia».

Fino al 12 ottobre nella sala mostre del centro culturale San Bartolomeo in Largo Belotti, «L’uomo telefono», presente nella grande fotografia posta all’ingresso dell’esposizione, accoglie i visitatori alla stazione Centrale di Milano, per accompagnarli in un viaggio nel mondo dello sviluppo delle telecomunicazioni che, a cavallo di due secoli, ha cambiato radicalmente abitudini e modo di vivere. «Il cordone telefonico è il collegamento tra il passato ed il presente in cui viviamo – prosegue Benzoni -. Far vivere la cultura delle telecomunicazioni è uno degli aspetti più importanti della missione di Alatel, in un mondo in continua evoluzione che tende a cancellare velocemente quello che costituisce presente e passato, per far posto all’immediato futuro. L’iniziativa offre lo spaccato di un mondo che sta scomparendo, valorizzando il contributo che tanti uomini e donne hanno dato allo sviluppo del nostro paese e alla crescita di una delle più importanti società di servizi».

Celebrazione a Meucci

La mostra celebra innanzitutto il «padre» della telefonia, Antonio Meucci. Accanto alla fotografia del grande inventore trova posto, ad opera di Silvano Moneta, ex tecnico Telecom Italia, una fedele ricostruzione, funzionante e a disposizione dei visitatori, del primo telefono del 1856 che lo scienziato chiamò «Telettrofono». In San Bartolomeo sono esposti esemplari a batteria locale, fra i quali lo storico modello da tavolo del 1892 «Ragno», prodotto dalla società svedese Ericsson. Sono inoltre visibili telefoni a batteria centrale automatica, alimentati elettricamente dalle centraline telefoniche a cui erano collegati, esemplari con il disco combinatore e l’ingresso dell’automatismo che ci accompagnerà sino agli anni Sessanta. Nascono poi i primi impianti intercomunicanti al servizio dell’utenza business dove si evidenzia il ruolo delle telefoniste. La mostra espone anche un telegrafo del 1940 di produzione italiana e il «Telefono di Hooke», un curioso dispositivo con due bicchieri e un filo teso utilizzato per gioco anche dai più piccoli. Uno spazio importante è occupato poi dagli apparecchi che, dagli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, cominciano a trovare collocazione lungo le strade delle città e nei luoghi più frequentati, come le stazioni ferroviarie e gli aeroporti, non solo nelle case private e nei piccoli esercizi commerciali.

Telefoni speciali

Telefoni speciali, militari, «Teledrin» e il Radiomobile accompagnano sino ai nostri giorni. A scopo didattico il visitatore potrà effettuare alcune prove su apparecchiature che hanno fatto la storia della telefonia, attraverso una centralina telefonica didattica automatica del 1955 o usando i vecchi gettoni telefonici.

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