Mimmo Boninelli, un percorso in bianco e nero nel canto della tradizione

MOSTRA. Alla Biblioteca Tiraboschi un’esposizione fotografica, promossa dalla sorella Sandra, ripercorre l’intensa attività del ricercatore di musiche popolari. Il 25 settembre in occasione dell’inaugurazione, si esibiranno i Lapis.

Una mostra fotografica ricorda la poliedrica personalità di Mimmo Boninelli, ricercatore bergamasco che ha fatto parte del collettivo dell’istituto Ernesto de Martino e delle Edizioni Bella Ciao. Studioso delle tradizioni orali della nostra terra si è occupato di musiche popolari, lotte operaie, musiche migranti di ieri e di oggi. Con il Canzoniere Popolare di Bergamo, dal 1974 al 1981, insieme alla sorella Sandra Boninelli, ha svolto un attento lavoro di «collectage», animando la scena del folk revival e della nuova canzone politica.

Sociologo del lavoro e folksinger

Giusto la sorella Sandra, ha curato la mostra fotografica «Mimmo Boninelli», con la collaborazione di Michele Dal Lago, sociologo del lavoro, ricercatore e folksinger, e il Laboratorio Popolare I Sifulere, LAPIS. Immagini, volti, frammenti di vita dal 1974 in poi, attraverso gli scatti di Carlo Leidi, Riccardo Schwamenthal, Sergio Cisani. Un percorso in bianco e nero nella cultura italiana e cittadina attraverso l’esperienza di un intellettuale che è giusto ricordare per quanto ha fatto in materia di musica popolare e canzone sociale. La mostra è allestita alla Biblioteca Tiraboschi di via San Bernardino, dove peraltro Mimmo ha operato, è visitabile dal 25 settembre al 10 ottobre, da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 19.

I canti tradizionali

Laureato in Sociologia (1991) e in Filosofia (1995) all’Università di Urbino, Mimmo Boninelli è stato un infaticabile ricercatore e studioso delle nostre tradizioni orali, occupandosi di musica popolare, in grande spaccata dalle tradizioni arcaiche alle lotte operaie degli anni Settanta, accompagnate dai canti di lotta. Una ricerca articolata e complessa che la mostra ricostruisce attraverso quattro momenti: l’attività de «Il canzoniere popolare di Bergamo», la ricerca su «La Filati Lastex», «La Malpensata manda a dire», ricordo di un’importante ricerca sulla trasformazione del quartiere (con tanto di mostra allestita nel 1979), «Canti in osteria…», dedicata alla realtà dei canti tradizionali che un tempo animavano frasche, osterie, centri di aggregazione vari.

La carriera e i saggi

Nel decennio ‘82-‘92 Mimmo è stato coordinatore scientifico dei Quaderni dell’Archivio della cultura di base, una collana di studi sul mondo popolare bergamasco edita dal Sistema bibliotecario urbano di Bergamo. Dal 2009 al 2011 è stato collaboratore della Fondazione Bergamo nella Storia, concludendo la sua carriera lavorativa nel 2016, anno in cui è scomparso mentre assolveva all’ultimo incarico alla Biblioteca musicale Gaetano Donizetti. Come saggista, tra le tante pubblicazioni, spicca la monografia «Frammenti indigesti -Temi folclorici negli scritti di Gramsci» (Carocci, 2007). Alla sua memoria è stata dedicata, nel marzo 2024, una sala di lettura della biblioteca Tiraboschi.

Un riferimento essenziale

Mimmo Boninelli è stato di fondamentale importanza anche nell’avvio della carriera della sorella Sandra che oggi continua il suo lavoro nell’ambito della musica popolare con altrettanta dedizione. Lo sa bene Michele Dal lago che, non a caso, ha collaborato all’allestimento della mostra: «Il Canzoniere Bergamasco prima, e il lavoro di Sandra e Mimmo poi, hanno rappresentato la declinazione locale di un fenomeno nazionale di grande rilevanza: il lungo percorso dell’etnomusicologia militante italiana. Questo movimento – animato da figure come Leydi, Bosio, Carpitella, Bermani, dal Nuovo Canzoniere Italiano e dall’Istituto Ernesto De Martino – ha letteralmente rivoluzionato la comprensione storica e politica della produzione culturale delle classi subalterne. Per chi, come me, ha mosso i primi passi nella ricerca e nella musica dopo quella stagione, Sandra e Mimmo sono stati un riferimento essenziale, un esempio concreto di come quella pratica di ricerca e riproposta potesse essere portata avanti. L’approccio che in questi anni io, Angelo Bonfanti e Giusi Pesenti abbiamo applicato alla musica statunitense è stato fortemente condizionato da quello sguardo metodologico. Anche i Lapis, che si esibiranno giovedì in “Tiraboschi” (in occasione dell’inaugurazione della mostra, alle 17.30), sono un’espressione di continuità con quella stessa tradizione. Il meticoloso e rigoroso lavoro di ricerca orale condotto da Mimmo Boninelli – in parte conservato nelle nostre biblioteche grazie alla collana “Quaderni dell’Archivio Di Base” – ha permesso di salvare dall’oblio un immenso patrimonio di canzoni, storie, poesie e filastrocche popolari del nostro territorio, che altrimenti sarebbero andate irrimediabilmente perdute».

Il passaggio del testimone

Al Dal Lago fa eco Sandra Boninelli: «La mostra l’ho pensata per dare memoria a un lavoro che deve continuare. Tutto il materiale raccolto da Mimmo è a disposizione, è giusto che venga passato di mano affinché altri ricercatori crescano e facciano le loro scelte. È importante dare continuità alla ricerca».

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