Molte fedi al via all’insegna della luce

LA RASSEGNA. Presentata l’edizione 2023. Il presidente delle Acli Rocchetti: «Appassioniamoci al presente per non fuggire dai problemi della nostra epoca». Tra i relatori ci sarà anche il disegnatore Tullio Pericoli.

«Dunque c’è la luce / e ogni foglia è attaccata al ramo / con esatto amore / e ogni foglia in orario / lascia il ramo / con audace resa / e ogni uscire dalla soglia / del corpo è ricevuto / con unanime benvenuto / da quella scienza della gioia / che proprio ora proprio qui / riempie il foglio di ghirigori / per dirti che dunque / la luce c’è».

Si ispira all’incipit di una poesia di Chandra Livia Candiani (che sarà tra gli ospiti-relatori) il titolo della sedicesima edizione dell’iniziativa delle Acli «Molte fedi sotto lo stesso cielo», in programma da lunedì: «Il titolo completo (« “Dunque c’è la luce”. Appassionati al presente».) – afferma il presidente provinciale delle Acli Daniele Rocchetti - vorrebbe essere un invito a non fuggire dalle questioni e dai problemi della nostra epoca. In un periodo storico segnato da incertezze e affaticamenti collettivi, occorre praticare un discernimento: persone di fedi diverse sono chiamate a cercare insieme, nei pertugi del tempo, i “segni dell’umano”. Noi siamo convinti che anche nel territorio bergamasco vi siano molti, credenti e non credenti, capaci con il loro impegno – magari silenzioso – di dare forma ogni giorno a cose nuove».

Nella sede universitaria di via Pignolo, è stata appunto presentata alla stampa l’edizione 2023 di «Molte fedi»: all’incontro hanno preso parte lo stesso Rocchetti – che in un’intervista pubblicata da «L’Eco» il 29 agosto già aveva dichiarato di voler lasciare prossimamente ad altri il ruolo di coordinatore della rassegna -, il rettore dell’Università Sergio Cavalieri, il sindaco Giorgio Gori, Alfonso Tentori in rappresentanza di Intesa Sanpaolo, e l’onorevole Gilberto Bonalumi, collaboratore di «Molte fedi» oltre che profondo conoscitore delle realtà politiche latinoamericane.

I relatori

Tra i relatori di quest’anno – lunedì 11 settembre alle 20.45 a Bergamo Alta, nella chiesa di San Michele al Pozzo Bianco - vi sarà anche un famoso disegnatore, Tullio Pericoli: «Il 10 ottobre in Santa Maria Maggiore – ha aggiunto Rocchetti –, l’attrice Lella Costa e il musicista Gianluigi Trovesi condurranno una lettura scenica del racconto di Jean Giono “L’uomo che piantava alberi”, illustrato – in una recente edizione italiana della Salani - proprio da Pericoli. Oggigiorno c’è davvero bisogno di continuare a piantare alberi, a seminare: di elaborare cioè strumenti culturali che aiutino noi e le nuove generazioni a interpretare il mondo».

Il rettore Cavalieri, prendendo la parola, ha affermato che «l’Università di Bergamo sente il dovere di cooperare con altri enti e associazioni culturali attivi nel territorio. Questo vale, a maggior ragione, nel caso di “Molte fedi”, una rassegna che obbliga a interrogarsi sulle grandi questioni del presente e del prossimo futuro».

Da parte sua, Gori ha sottolineato la consonanza tra il titolo-motto della nuova edizione di «Molte fedi» e quello scelto per Bergamo Brescia 2023 Capitale italiana della Cultura, «La città illuminata»: «Nei dieci anni dei miei due mandati come sindaco – ha detto -, l’amministrazione comunale ha collaborato intensamente con “Molte fedi”. La cultura è davvero lo strumento principe per un’emancipazione individuale e collettiva: ci consente di comprendere i cambiamenti in atto, anziché esserne sopraffatti. Senza voler negare i problemi, ritengo che la comunità cittadina di Bergamo abbia nel suo insieme un atteggiamento assai maturo dal punto di vista della partecipazione civile, dell’interessamento per i temi di rilevanza collettiva: credo che questo sia dovuto anche all’apporto di una rassegna come “Molte fedi”».

Alfonso Tentori ha quindi ricordato il ruolo di Intesa Sanpaolo come sponsor principale di «Molte fedi sotto lo stesso cielo»: «Riteniamo giusto sostenere delle iniziative con cui avvertiamo una comunanza di valori. Soprattutto, condividiamo un approccio volto a valorizzare le istanze e i contributi delle singole persone, evitando di ridurle a una massa indistinta».

L’onorevole Bonalumi ha infine spiegato perché si è voluto nuovamente inserire nel programma di «Molte fedi» un concerto del gruppo cileno degli Inti-Illimani (domenica 17 settembre alle 21, presso il Teatro Serassi di Villa d’Almè): «Il prossimo 11 settembre – ha spiegato – cadrà il cinquantesimo anniversario del colpo di Stato con cui nel 1973 iniziò, in Cile, la dittatura del generale Augusto Pinochet. Gli Inti-Illimani si trovavano in Italia: appresero dell’avvenuto golpe dalla radio, mentre stavano per tornare in patria. Io, allora deputato della DC, facevo parte insieme al comunista Gian Carlo Pajetta della Commissione Esteri: entrambi ci prodigammo perché i musicisti cileni potessero soggiornare nel nostro Paese come rifugiati politici». «La situazione politica internazionale e italiana degli anni Settanta – ha proseguito Bonalumi – era molto diversa da quella attuale: ma credo che proprio dal confronto con quel periodo storico anche i più giovani possano trarre degli spunti per riflettere sull’attualità».

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