( foto Frau)
NOVITÀ. Il portale web dell’archivio mette a disposizione documenti e fotografie di varie collezioni offrendo uno spaccato del passato della città. La direttrice Frigeni: un passo per valorizzare e restituire il nostro patrimonio.
È dal 27 ottobre online il portale dell’archivio del Museo delle storie di Bergamo. Collezioni, documenti, fotografie, e, presto, anche cartografia: uno spaccato ingente della storia cittadina, delle sue personalità, delle sue imprese, delle sue istituzioni, dei suoi eroi risorgimentali, dei suoi monumenti, diviene così fruibile a tutti. È la storia della comunità, ora rappresentata con immagini navigabili grazie a una interfaccia grafica intuitiva (archivio.museodelle storie.bergamo.it) messa a punto da Craq Studio Design.
La novità è stata presentata nella Sala Capitolare del Convento di San Francesco ed è dovuta a sforzi congiunti: il partenariato tra Comune e Siad Fondazione Sestini, il contributo della Camera di Commercio di Bergamo. «Mani che si stringono», commenta Roberta Frigeni, direttrice del Museo, ben specificando che catalogazione e digitalizzazione, in corso da anni grazie al progetto ZeroUno, capace di coinvolgere e valorizzare decine di giovani ai margini e con fragilità, sono lungi dall’essere concluse e continueranno: delle 15 collezioni del museo, diffuso in sette sedi, ne sono state digitalizzate sette (per 1.226 pezzi, tra proclami, stampe, disegni, affreschi del Convento: manca ancora la parte di cimeli militari), dei 95 fondi documentali ne sono visibili online 6 (per 3.173 pezzi, spicca l’epistolario risorgimentale dei fratelli Cucchi), mentre le foto visibili per ora sono oltre 122.085, e tra esse c’è l’impronta luminosa di Pepi Merisio.
Proprio negli «scatti» storici, del resto, si colloca un po’ il motore del progetto: si tratta della primitiva digitalizzazione dell’archivio Sestini, 18 fondi e oltre un milione di immagini. Quanto alla cartografia, la sezione è per ora solo annunciata. Farà «presto» bella mostra di sé anche con le ultime importanti acquisizioni, a cominciare dalla donazione «Ario Vavassori Bisutti e Anna Medolago Albani» risalente al maggio scorso: 26 esemplari di cartografia storica dal ’500 al ’900 e (per la sezione fotografie, però) tre album con stampe fotografiche ottocentesche.
Delle 15 collezioni del museo, diffuso in sette sedi, ne sono state digitalizzate sette (per 1.226 pezzi, tra proclami, stampe, disegni, affreschi del Convento: manca ancora la parte di cimeli militari), dei 95 fondi documentali ne sono visibili online 6 (per 3.173 pezzi, spicca l’epistolario risorgimentale dei fratelli Cucchi), mentre le foto visibili per ora sono oltre 122.085, e tra esse c’è l’impronta luminosa di Pepi Merisio
Proprio le donazioni costituiscono l’anima dell’avventura museale, ora diffusa sul territorio cittadino tra Palazzo del Podestà (Museo del Cinquecento), Campanone, Rocca (Museo dell’Ottocento), Museo Donizettiano, Convento di San Francesco (Bergamo 900 e Museo Sestini della fotografia), Porta di Sant’Agostino (Museo delle Mura) e Torre dei Caduti. Come dice, ancora, Frigeni, «tutto iniziò nel 1917 quando il sindaco Zilioli chiese alla collettività di donare cimeli e testimonianze del volontarismo garibaldino». Quello fu il primo nucleo. Poi una nuova stagione di donazioni avvenne nel 1959 con il sindaco Simoncini, a un secolo dall’ingresso di Garibaldi in città.
«Tra eredità e futuro, il primo grande passo avviene nel 2018 con l’apertura del Museo della fotografia attorno al cuore pulsante dell’Archivio Sestini», aggiunge Frigeni, «mentre dal 2019 è depositato qui da noi l’archivio storico fotografico di quella Camera di Commercio (oltre tremila immagini che documentano la storia di imprese e mestieri, ndr) che oggi ci consente di fare il salto più grande». Perché online, ora? «Per valorizzare e restituire il nostro patrimonio. Valga anche come primo accesso “virtuale” prima dell’accessibilità “fisica”, in attesa che gli adeguamenti dei nostri depositi, dove materialmente si trovano i documenti, vengano realizzati». Spiega invece Giovanni Zambonelli, presidente della Camera di Commercio, rivolgendosi a Frigeni e a Giulia Todeschini, responsabile archivista: «Voi siete custodi del nostro archivio, ed è ancora più importante, oggi, che ci sia una testimonianza di ciò che il mondo delle imprese sapeva, sa e dovrà continuare a saper fare. Penso ai giovani. Ribadiremo il tema al Made Film Festival e alla Fiera dell’Orientamento». Anche Cristina Sestini, a nome della fondazione di famiglia, si dice «orgogliosa nel contribuire a valorizzare il passato. Mio padre diceva sempre: non c’è presente, né futuro, senza memoria storica».
Sergio Gandi, l’assessore alla Cultura, pone l’accento sul pregio del nuovo portale, «canale privilegiato di conoscenza per chi studia i percorsi storici o per i semplici appassionati». Marco Ghisalberti, consigliere delegato della fondazione «madre» Bergamo nella Storia, sottolinea il valore della donazione di Giovanni Marieni e tratteggia «la natura di questa iniziativa, che è conservare e diffondere. La proposta divulgativa è un lavoro non ancora finito, il patrimonio dovrà essere interamente visitabile online». Il portale è graficamente chiaro. In alto, sulla home page, campeggiano le voci «Il progetto» (con i suoi partner), «l’archivio» (raccontato nella sua totalità, anche quello non digitalizzato) e «i servizi» (tra download gratuiti e acquisti di diritti).
Il pulsante «naviga il catalogo» porta a una pagina dove le ricerche possono essere raffinate con 18 filtri. Ancor più intuitivamente, «per avere con un colpo d’occhio su tutto il patrimonio», come avverte Giulia Todeschini, c’è la «vista ad albero» di tutti i materiali. Sempre in home page, in bella evidenza, si trova una corposa lista di anticipazioni e approfondimenti, con indicazione, fra l’altro, di tutto il lavoro di divulgazione svolto negli anni e qui raccolto in modo sistematico tra corsi, conferenze, pubblicazioni. È consigliabile fare il log-in (tutto il procedimento è gratuito): per avere una cartella personale con i propri «preferiti». Buona navigazione.
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