Cultura e Spettacoli
Sabato 08 Novembre 2025
Pistoletto, testimone di arte premonitrice per una «pace preventiva»
L’INCONTRO. A Crespi d’Adda l’8 novembre, nell’ambito del Festival Produzioni Ininterrotte, l’artista presenta insieme a Ruggero Poi il libro «Dio X Caso. Un affaccio sull’ignoto». «Occorre un confronto in cui ognuno dà il meglio di sè».
Artista, uomo di pensiero e attivista: Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) è riuscito ad essere tutte e tre le cose insieme, dimostrando a tutti coloro che ancora si chiedono se l’arte possa davvero cambiare le cose che la «creazione» è sempre stato il principio generativo della storia del mondo e quello su cui dovremmo lavorare per costruire un futuro migliore. Fresco di inaugurazione della sua antologica «UR-RA» allestita fino all’autunno 2026 alla Reggia di Monza, l’8 novembre alle 11, Pistoletto è attesissimo ospite di Produzioni Ininterrotte, il Festival di letteratura del lavoro in corso al villaggio operaio Unesco Crespi d’Adda (Unesco Visitor Centre, corso Manzoni 18), dove dialogherà insieme a Ruggero Poi, sul loro ultimo libro, intitolato «Dio X Caso. Un affaccio sull’ignoto» (Cittadellarte Edizioni, 2025).
Semplice e sorprendente
In principio è stato il «simbolo», quell’iconico «Terzo Paradiso» disegnato sulla sabbia in cui Pistoletto riconfigura il segno matematico dell’infinito inserendo tra i due cerchi opposti un grande cerchio centrale; in tempi più recenti, è la sua Teoria della Trinamica, definitiva «messa a fuoco» della formula semplice quanto sorprendente della creazione - 1+1=3 - dove ogni incontro tra due poli genera un terzo elemento, inedito e vitale, che non è somma ma nascita di qualcosa di nuovo, un terreno dell’opportunità e della responsabilità, dove possono germogliare il cambiamento e anche la Pace.
Conflitto e armonia
La sua formula è una «combinazione», anche nel senso imprevisto del termine: «La formula della creazione – spiega l’artista - è composta da 3 cerchi consecutivi: i due esterni contengono ciascuno un elemento diverso dall’altro e incontrandosi (o scontrandosi) nel cerchio centrale producono un elemento nuovo che non esisteva prima, che può essere un conflitto o un elemento di armonia, di equilibrio e di pace. Il caso è il fenomeno combinatorio di tutti gli elementi che esistono e che permettono a un elemento nuovo di esistere. È il caso l’elemento fertile che produce sempre qualcosa che prima non esisteva. Ora che sappiamo come funziona, sta a noi decidere come avventurarci dentro questo spazio vuoto».
Arte premonitrice
Non è un caso, dunque, se Pistoletto nel 2007 riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts, per «la instancabile intelligenza con cui ha dato origine a forme d’arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo». «Accettare il concetto di differenza non è facile, - continua Pistoletto - ma le differenze sono fondamentali perché si trovano a doversi accordare in un incontro che può generare guerra o pace. Occorre accettare che è nella differenza che si crea il caso».
Su queste basi, Pistoletto ha sviluppato il suo principio di «Pace preventiva» per il quale, ma non solo, è stato ufficialmente candidato al Premio Nobel per la Pace 2025: «È un concetto pensato nel 1993, quando Bush e Blair, insieme ad altri governanti dell’Occidente, hanno dichiarato la “guerra preventiva” all’Iraq. La gente dimentica quante persone si riversarono per le strade, per dire basta! Se esiste una guerra preventiva, occorre pensare che è necessaria una pace preventiva. La pace deve essere il titolo del film della nostra vita, non il finale. Per fare questo occorre lavorare perché tutti gli sforzi si concentrino sui metodi non di conquista dell’uomo sull’uomo, come fossimo animali predatori, ma di un confronto dell’uomo in cui ognuno dà il meglio di sé. Ma per questo l’umanità non sembra essere ancora pronta. Dobbiamo ancora prendere consapevolezza degli equilibri che siamo in grado di trovare».
L’elemento fondamentale
E l’arte che ruolo gioca in questa ricerca? «L’arte è qualcosa che tutti possediamo come elemento fondamentale, è la capacità di capire e di dare parola o immagine a quello che si sta facendo. La gente pensa che la poesia, e dunque anche l’arte, sia qualcosa che è fuori dalla realtà, che sia tutta emozione. Ma se a una poesia non si riesce a dare un senso e una ragione, non la si comprende. Talvolta gli artisti appaiono provocatori, ma occorre chiedere loro di spiegare la propria opera, perché la gente non sta nel pensiero dell’arte che diventa azione».
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