Vava77: d’un colpo spariti tutti i video creati in 15 anni

IL CASO. Youtube ha bloccato il canale del bergamasco per motivi di copyright.

Il canale YouTube del «Vava77», punto di riferimento per la parodia e il doppiaggio in dialetto, e del mondo dei social bergamaschi, è stato improvvisamente oscurato. Una chiusura che cancella, con un colpo di spugna digitale, 15 anni di creatività e oltre 840 video che avevano reso l’artista bergamasco un vero fenomeno del web. La problematica nasce dalle maglie strettissime del copyright e dalla gestione automatizzata della piattaforma. «È una questione legata all’algoritmo di YouTube e a segnalazioni di grossi gruppi dell’industria cinematografica e non», spiega il Vava. «Il genere della parodia presenta zone d’ombra in ambito di copyright. Come rimanipolatore di contenuti esistenti, dovresti poter dimostrare l’uso legittimo per fini di intrattenimento, ma questa ombra si è mangiata il mio intero canale, che al momento risulta chiuso».

Il provvedimento è scattato il 27 dicembre, lasciando l’autore e i suoi follower senza l’archivio storico delle sue produzioni. «Mi hanno mandato una comunicazione via mail e poi mi hanno bloccano il canale. Sei contro colossi enormi, è tutto robotizzato e senza persone fisiche con cui parlare diventa difficile. È un peccato che colpisca trasversalmente tutto il lavoro: non hanno eliminato solo i video segnalati, ma hanno “buttato via” tutto. È come entrare in una biblioteca e distruggere l’intero scaffale di un autore». Dentro quel canale non c’erano solo risate, ma anche progetti di alto valore sociale. «C’erano doppiaggi, lavori inediti, documentari e iniziative benefiche realizzate con personaggi come Ramazzotti o Facchinetti. Tutto cancellato senza distinzione».

La vicenda apre anche una riflessione più profonda sul possesso dei contenuti nell’era digitale. «Ti fa riflettere perché capisci che, alla fine, quello spazio non è davvero tuo»

Un patrimonio artistico che il Vava è pronto a difendere: «Cercherò di fare luce sui miei diritti legittimi e di riappropriarmi di un patrimonio che appartiene a me, ai miei collaboratori e a tutto il pubblico. Da quando esiste il Vava, ogni mia creazione ha trovato spazio in YouTube, che per anni è stato l’archivio della mia creatività». La vicenda apre anche una riflessione più profonda sul possesso dei contenuti nell’era digitale. «Ti fa riflettere perché capisci che, alla fine, quello spazio non è davvero tuo. Ero convinto di avere una piattaforma che fosse il testamento di quello che ho fatto, e ora non c’è più niente. Per fortuna ho conservato tutto su hard disk, ma è ben diverso: così serve solo a me». Nonostante l’amarezza, l’artista non si ferma e continuerà a comunicare tramite Instagram , in attesa di sviluppi: «Per ora continuiamo a vederci qui», dice.

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