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Mercoledì 04 Giugno 2025
Voce, ritmo, ironia: il mondo dello spettacolo piange Pietro Ghislandi - Video
IL LUTTO. Il bergamasco è stato un attore, comico e ventriloquo italiano, noto soprattutto per il suo lavoro nel campo del cabaret e della televisione.
Bergamo
Si è spento dopo una lunga malattia Pietro Ghislandi, attore, musicista e soprattutto ventriloquo: un artista totale, poliedrico, capace di spaziare tra comicità e impegno, tra musica e teatro, tra il grande schermo e la pubblicità, sempre con una cifra stilistica inconfondibile, fatta di voce, ritmo, ironia. Aveva compiuto 68 anni il 19 aprile scorso.
Il debutto con Pippo Baudo
Nato e cresciuto a Bergamo, allievo del Conservatorio «Gaetano Donizetti», Ghislandi ha iniziato la sua carriera artistica nella musica, suonando il pianoforte e insegnando, prima di scoprire la vocazione per il teatro e il mondo dello spettacolo. A dargli la popolarità nazionale fu «Fantastico 7», varietà di Rai Uno condotto da Pippo Baudo, dove il pubblico imparò a conoscere e amare il suo inseparabile pupazzo Sergio, vero e proprio alter ego dell’artista: Pierino impertinente, voce irriverente e coscienza parlante di un comico che usava la ventriloquia come strumento di satira e riflessione.
La voce, appunto, era il suo tratto distintivo. Ghislandi aveva fatto dell’uso camaleontico delle corde vocali un’arte, spaziando dal doppiaggio all’animazione - con collaborazioni, già negli anni ’80, con il cartoonist Bruno Bozzetto e il «Walt Disney italiano» - fino alle canzoni comiche e parodistiche come «Pòta Dance» o la vincitrice del Festival della Canzone Satirica «TangentDance».
Sul grande schermo tanti ruoli
La sua verve surreale, che ricordava a tratti quella di Renato Pozzetto, lo aveva reso un caratterista apprezzato nel cinema: da «Il muro di gomma» di Marco Risi a «I mitici» di Vanzina, da «Porzûs» a «Vajont» di Renzo Martinelli, fino ai film di Leonardo Pieraccioni, in cui Ghislandi compariva come presenza fissa, da «Il principe e il pirata» al galeotto Pangrattato in «Professor Cenerentolo».
L’exploit nella pubblicità
Volto noto anche della pubblicità — da «L’uomo in ammollo» a «Unieuro» nel ruolo di zio Fester, fino ad Alex Del Piero e Gigi Proietti — aveva saputo conquistare con leggerezza e intelligenza il pubblico più ampio, mantenendo sempre salda la sua appartenenza alla terra orobica, alla sua gente, alla cultura del sorriso che affonda le radici nella semplicità e nell’ingegno.
Con la scomparsa di Pietro Ghislandi, Bergamo perde una delle sue voci più singolari e riconoscibili. Ma il suo talento, la sua ironia e il suo pupazzo Sergio resteranno per sempre nella memoria di chi, attraverso di lui, ha imparato a ridere con intelligenza.
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