Cadere e rialzarsi affrontando il futuro senza paura

Tendenze «Voglio condividere la felicità che ho imparato, perché è la cosa più preziosa che ho». L’esperienza del dolore, come racconta Gaia Rayneri in «Un libro di guarigione» (HarperCollins), accomuna gli esseri umani, così come il desiderio di affrancarsene.

L’autrice ha vinto il Premio Bergamo nel 2010 con «Pulce non c’è», che parlava in modo sensibile e incisivo della disabilità, attingendo a una storia personale. In questo romanzo spiega come «andare in pezzi possa servire a farci tornare più interi». Descrive il percorso di guarigione di una giovane donna con un «disturbo borderline della personalità». Lo spunto è autobiografico: «Ciò che rende raccontabile il dolore è averlo compreso e superato. È il racconto della mia esperienza, che scelgo di condividere perché spero possa essere utile».

Un libro, sottolinea l’autrice, «da leggere con il cuore». Capita di «lasciarsi vivere» e di abituarsi all’infelicità: è la condizione di partenza de «La pura vida» (Mondadori) di Gianluca Gotto. Ma è sbagliato, dice l’autore, arrendersi e dimenticare i sogni: il punto di svolta, nel romanzo, è un viaggio in Costa Rica, che riaccende l’entusiasmo, l’attenzione per le piccole cose, la capacità di godersi ogni momento. Così - dice l’autore - può partire un processo di rinascita personale. Paul, infine, ne «Il sole dietro la montagna» di Antoine Paje (Tre60), è un trentenne che ha raggiunto molti traguardi, ma ha paura di perdere tutto. Le emozioni negative quasi lo paralizzano, finché una serie di incontri lo spinge a rimettersi in discussione, a sciogliere i nodi. Nella vita, dice Paje, si può cadere e rialzarsi, ed è un processo necessario per imparare ad affrontare il futuro tenendo a bada la paura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA