Indagine della fragilità con realismo psicologico

La novità in libreria. Dopo otto anni torna in libreria con un nuovo romanzo Niccolò Ammaniti. Tra i più celebri autori italiani contemporanei, nessuno come Ammaniti riesce a saldare commedia a tragedia, creando una forma di ridicolo tragico tutta personale e che da sempre è la sua cifra.

Una scrittura in grado di stare emotivamente dentro alla storia senza però mai tradirne le contraddizioni, in un’azione continua di disvelamenti dell’animo umano raffinata. «La vita intima» rappresenta con forza un’ulteriore indagine di quella che è la complessa e spesso imperscrutabile realtà contemporanea che Ammaniti svolge attraverso l’uso dell’eccesso, del fuori dal comune, per coglierne ogni sua fragilità, ogni sua deformazione, spesso anche comica. Ammaniti non ha mai rinnegato un’origine che potremmo definire cannibale dall’antologia, che fu una delle idee editoriali più geniali della bottega di Stile libero, e libro dopo libro espone un sempre più raffinato connubio di quelle che sono qualità innegabili di narratore.

La protagonista de «La vita intima», la moglie di un ipotetico Presidente del Consiglio, riassume su di sé gli eccessi e i veri e propri deliri di un’epoca e di un Paese, l’Italia in preda - ormai da decenni - di un’ambizione nella vita pubblica per il grottesco e l’assurdo che l’autore romano sa cogliere alla perfezione. La protagonista diviene così il centro assoluto di un romanzo originale e sapiente che coniuga il riso ad una forma di ansia crescente che dalle pagine sale fine dentro alla testa dei lettori. Elemento scatenante dell’azione narrativa un vecchio filmino pornografico che potrebbe far crollare ogni apparenza fino a quel punto sostenuta con annichilente rigore dalla moglie del Presidente del Consiglio. La lingua di Ammaniti è fluida e diretta, coglie senza eccessi di sfumature i cambiamenti continui e spesse volte isterici degli stati d’animo.

Tuttavia «La vita intima» sembra ancora rispondere ad un’idea troppo controllata di quello che può essere definito il caso e la sua irrazionalità. Ammaniti privilegia territori già noti, e se in alcune pagine sembra ricordare, e per certi versi omaggiare la grande letteratura di Javier Marías, poi però riesce a dare corpo ad una possibile tensione letteraria. La scelta del grottesco che pure Ammaniti maneggia con grande maestria, si rivela più una scelta di rassicurazione che un’arma di svelamento. «La vita intima» è una lettura piacevole, ma manca il colpo, deprimendo una potenzialità letteraria che pure si aggira di tanto in tanto tra le pagine di Ammaniti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA