La danza, disciplina che abbraccia talento e bellezza

TENDENZE. La danza è «una disciplina che ti permette di sopravvivere», diceva il maestro Boris Kniaseff alla sua allieva. È il suggestivo filo conduttore della «Ballerina» (Einaudi), il nuovo romanzo di Patrick Modiano, in cui ogni passo diventa un modo di abitare la memoria. 


Parte dall’incontro tra un giovane scrittore e una ballerina, per le vie di Parigi, sospese tra nebbie e silenzi: lei si esercita allo Studio Wacker, mantenendo un equilibrio difficile tra desideri e doveri, giovane ma già con un bimbo da accudire. Lui la accompagna cercando di addentrarsi nei suoi silenzi e segreti. Anni dopo, il ricordo riemerge come una variazione malinconica. Modiano, premio Nobel per la Letteratura, affida alla danza il compito di dare forma all’assenza e alla persistenza dell’amore.


Lo stesso nodo ritorna in «Non pensare, cara» (66thand2nd), in cui Alice Robb rievoca il suo passato di danzatrice classica raccontando l’addestramento spietato della School of American Ballet, dove la perfezione diventa ossessione. Un memoir che spinge a interrogarsi sul prezzo della bellezza e su un complesso rapporto con il corpo.
Nel romanzo «The Beast and The Ballerina» (Sperling & Kupfer), Anna Nicoletto traduce la disciplina in sfida e passione: un gioco di potere tra un uomo ferito e una danzatrice che non vuole più obbedire. Più intimo e luminoso «Il talento della rondine» (Salani) di Matteo Bussola, dove la danza è una delle vie per scoprire chi si è davvero. Per i più piccoli, infine, l’albo illustrato «L’orso che voleva danzare» (Sassi) di Stephanie Stansbie e Wendy Warren mostra che in fondo la perfezione conta meno della gioia. Anche qui la danza è metafora di resistenza, e del coraggio di inseguire un sogno.

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