Negli «Inciampi» di Crippa un viaggio tra memoria e natura

L’INCONTRO. Venerdì a San Pellegrino la presentazione a Santa Croce presso la grande panchina. «Insegnamenti travestiti da favole».

Alcuni libri non si leggono soltanto, ma si attraversano. «Inciampi» di Rumi Nicola Crippa (editrice Lubrina) è uno di questi. Sarà presentato a Santa Croce di San Pellegrino venerdì 29 agosto, dalle 18,30, dove il cammino verso la Big Bench diventa percorso fisico e interiore insieme.

«Questo libro è dedicato a tutti gli inciampi che ci fanno cadere nella nostra vita, e poi rialzarci e poi ricadere e poi alzarci di nuovo» scrive l’autore nell’apertura. Non un vezzo letterario, ma un manifesto. La prefazione di Adriano Avogadro, presidente dell’Associazione Santa Croce odv che da anni lavora per valorizzare il territorio della frazione omonima e parte attiva del progetto che ha portato alla realizzazione del libro, pone la chiave di lettura: «Il sentiero non è soltanto una passeggiata nella natura, ma un viaggio dentro te stesso. Che ogni passo nel bosco possa condurti un po’ più vicino alla tua natura interiore». E così è: il protagonista del racconto, perso tra alberi e radici, incontra figure che sono animali e simboli, presenze del bosco e riflessi dell’anima.

Uno gnomo gli dice: «Non potrai uscire da nessun bosco se prima non imparerai ad orientarti dentro di te». La volpe sussurra che «la parola più triste del mondo è sopravvivere». Il gufo domanda: «Dove hai perso la magia?». Il lupo, infine, gli affonda negli occhi la domanda più radicale: «Come è possibile avere tanta paura di morire se mai hai vissuto?». Il bosco diventa così un teatro dell’interiorità. Ogni incontro non è casuale, ma tappa di un cammino: paura, sopravvivenza, perdita, ritorno al cuore bambino. Il lettore vi si specchia, riconoscendo brandelli di sé in ogni parola. «Solo se riversi tutta la tua anima nel tuo creare allora starai vivendo» dice il picchio, mentre lo scoiattolo insegna la presenza. C’è un filo rosso che attraversa queste pagine: il ricordo di un’infanzia perduta, il bisogno di tornare a guardare le stelle, di ridere di sé inciampando nella terra. La scrittura di Crippa, nutrita di poesia e di vita, si intreccia con le fotografie in bianco e nero di Irina Afanaseva: immagini sospese, capaci di accompagnare il lettore nel viaggio tra memoria e natura.

L’insegnamento: tornare a cadere, ma con meraviglia. Tornare bambini, per scoprire che la vita è sempre, ostinatamente, un nuovo inizio.

«Sono favole solo in apparenza – nota Viola Dai Zotti nell’introduzione – in realtà sono insegnamenti travestiti, messaggi che sussurrano all’anima di chi ha dimenticato com’è guardare il mondo con occhi nuovi». E allora, «Inciampi» non è soltanto un libro. È un rito di passaggio. Una panchina gigante che diventa simbolo: da lassù lo sguardo si alza, i piedi non toccano terra, come accade ai bambini e agli artisti. Ed è forse proprio questo l’invito segreto del racconto: tornare a cadere, ma con meraviglia. Tornare bambini, per scoprire che la vita è sempre, ostinatamente, un nuovo inizio.

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