Nella geografia letteraria convivono sogni e incubi

Come un rabdomante Michele Mari scova spazi letterari all’interno di misure inedite e sorprendenti. Sarebbe limitato definire «Le maestose rovine di Sferopoli» come una semplice raccolta di racconti e sarebbe anche sbagliato.

Il volume di Mari, come già nei precedenti, non si limita ad uno spazio, ma sceglie di forzarlo in continuazione mettendo a prova la forza contenitiva come esplosiva della materia letteraria. I pezzi che compongono il libro assumono così infinite sfaccettature e altrettante possibilità di lettura. Ogni racconto diventa un saggio, un’analisi, un racconto del racconto, ma anche il suo esaurirsi e destrutturarsi. Tuttavia non bisogna immaginare che Mari compia leziosi esercizi di stile, tutt’altro perché l’autore qui è centrale nella ricerca di quella che può essere definita «l’avventura» con tutti gli accadimenti possibili. Le avventure letterarie diventano così elenchi che si trasformano in incubi, invenzioni e giochi letterari.

Leggere Michele Mari significa entrare in un mondo e poi diventarne parte essenziale. «Le maestose rovine di Sferopoli» ci raccontano quello che resta o quello che sta per accadere, tramutano i sogni in incubi e i mostri diventano i nostri più fidati amici, ma è una paura che pur spaventando e inquietando restituisce sangue nelle vene e porta il lettore più che verso il terrore a sfidarlo in una battaglia epica, ma anche sempre giocosa.

Pochi scrittori sono in grado come Michele Mari di far lavorare sulla medesima pagina l’incubo e l’infanzia. Il genere che sia la fiaba o l’horror convive con un’analisi lucida e analitica dei nostri tempi. La scrittura di Mari da pastosa e grondante può divenire quasi impalpabile, a tratti calviniana. Ogni elemento anche il più distante diventa così una possibilità di letteratura, da un lato la percezione della rovina e della finitezza esistenziale diviene ravvicinata, ma dall’altro si ampliano a dismisura le possibilità del sogno e dell’incanto.

«Le maestose rovine di Sferopoli» contiene l’essenza della possibilità letteraria contemporanea, un’essenza che sta in parte nelle possibilità del lettore vera e propria parte in causa della narrazione. Come per gli altri libri di Mari, ma questo ancora di più proprio per la sua composizione ad ampio spettro offre una possibilità di lettura trasversale come rapida o lenta. Ci si può far attraversare dalle sue storie come leggerle di sfuggita. Il libro accoglie ogni lettore più o meno consapevole offrendo di volta in volta il piacere della letteratura che sia un sogno o un incubo.

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