
Il piacere di leggere / Bergamo Città
Lunedì 28 Aprile 2025
Ora è tempo di ridefinire i confini con la vita
TENDENZE. «Non è normale stare male per il lavoro: tuttavia è la normalità». Silvia Zanella affronta nel saggio «Basta lavorare così» (Bompiani) un tema delicatissimo e attuale: «Ce lo dicono i dati sulle dimissioni volontarie, sullo stress, sulla salute mentale, sulle indagini di clima aziendale o sul welbeing».
In una società che si trasforma rapidamente, in cui innovazioni tecnologiche, le crisi internazionali innescano una competitività accentuata, ritmi elevatissimi, precarietà, è difficile stabilire una separazione tra il lavoro e tutto il resto, distinguere «i felici dai frustrati».
L’analisi dell’autrice, esperta di risorse umane, leadership e innovazione, spinge a rivedere l’approccio nei confronti dell’impegno professionale, per cercare nuovi equilibri: «È tempo di ridefinire i confini tra vita e lavoro, per lavorare meglio, tutti quanti». Si nota un diffuso malessere, a volte perfino un clima di disaffezione.
Come scrive Charlotte Matteini «Gli italiani non hanno più voglia di lavorare» (Cairo). Cosa c’è dietro questa sensazione di inquietudine? Non solo l’impegno e gli orari, ma il precariato diffuso, l’inadeguatezza delle retribuzioni, l’arretramento dei diritti, le scarse possibilità di ottenere un futuro sereno e indipendente. Una denuncia che arriva soprattutto dai più giovani. Si concentra sulle motivazioni, infine, «Sei felice al lavoro?» (Franco Angeli) di Tessa West, con l’obiettivo di individuare le ragioni profonde che governano soddisfazione e insoddisfazione, raccogliendo interviste fra chi recluta il personale e chi ha fatto cambiamenti sul lavoro. Offre test di autovalutazione e indicazioni utili per capire se ci si trova «al posto giusto» e cosa fare per cambiare prospettiva.
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