Chi era Marwen, il tunisino ucciso sotto gli occhi della compagna e delle due figlie

In Italia dal 2007, prima a Ponte San Pietro e poi a Terno. Gli amici: «Non dava problemi». Ma i vicini di casa: «Litigi frequenti».

Gli amici lo descrivono come un ragazzo tranquillo, che non dava problemi ed era sempre in giro insieme alla famiglia, mentre i vicini parlano di litigi in casa e l’arrivo frequente delle forze dell’ordine. Non è un profilo univoco quello che emerge dai racconti di chi conosceva da vicino Marwen Tayari, il trentaquattrenne di origine tunisina ucciso domenica pomeriggio davanti agli occhi della compagna e delle due figlie intorno alle 13,15 in via Novelli da un giovane italiano di 19 anni, che l’ha colpito con una coltellata al petto per futili motivi.

Marwen era in Italia da molti anni, almeno dal 2007, secondo quanto raccontano alcuni suoi amici e connazionali che frequentano il bar «Escondido», situato in viale Papa Giovanni XXIII 130, vicino al luogo della tragedia. « Noi siamo originari della stessa città tunisina, Ariana - dice Nizar Arjoun, seduto fuori dal bar insieme a un gruppo di amici - e lo conoscevo sin da quando eravamo piccoli. Lui aveva frequentato le scuole in Tunisia e poi aveva deciso di partire per l’Italia : era arrivato con un barcone ed era partito dal suo Paese d’origine con la speranza di poter migliorare le sue condizioni di vita qui .

Poi, poco dopo essere arrivato qui, nella Bergamasca, aveva conosciuto la sua attuale compagna». Il trentaquattrenne al momento dell’aggressione si trovava insieme alla sua famiglia, la compagna Eleonora Turco e le figlie, una di 12 anni e l’altra di soli 2 anni. La famiglia aveva vissuto per molti anni a Ponte San Pietro, ma da circa un anno si era trasferita a Terno d’Isola . Marwen lascia nel dolore anche la mamma Saida, il fratello maggiore Haythim e la sorella minore Khawla, tutti residenti in Tunisia, a Ariana, mentre il padre Salah è deceduto 5 anni fa.

« Era una brava persona, un ragazzo tranquillo, che non creava mai problemi - continua il suo racconto l’amico Nizar Arjoun insieme ad altri connazionali - ogni tanto veniva qui al bar a bere qualcosa e arrivava sempre con la sua famiglia. Anche oggi verso le 13 (ieri per chi legge, ndr) era passato sempre con la famiglia per bere qualcosa, ma poco dopo se ne erano andati. Poi abbiamo saputo della tragedia e, non appena ho saputo che la persona deceduta era lui, ho chiamato un vicino di casa della sua famiglia in Tunisia per digli di avvisare i suoi cari». Prima di ieri, gli amici lo avevano visto lo scorso 20 luglio a Barzana, in occasione della Festa del Sacrificio, festività celebrata ogni anno nel periodo estivo dai musulmani. «Era venuto da solo - dicono gli amici - ma aveva soltanto preso della carne e poi se ne era andato».

Marwen da circa un anno abitava a Terno d’Isola, in un condominio di via Boccaccio , insieme alla compagna e le due figlie. « Io non li conoscevo - racconta una vicina che preferisce mantenere l’anonimato - ma quello che posso dire è che non di rado capitava di vedere arrivare le forze dell’ordine e si sentivano litigi frequenti . Mi è capitato di trovare sotto casa loro i carabinieri o la polizia verso le 21, ma più spesso si vedevano arrivare nel cuore della notte, dopo le 23, e tra maggio e giugno capitava con una certa frequenza». «Io due o tre mesi fa ho chiamato tre volte i carabinieri - continua un’altra vicina, anche lei premettendo di voler parlare solo a condizione di poter mantenere l’anonimato -: litigavano praticamente tutte le sere e si sentivano forti urla. Mi capitava di venire chiamata dai familiari che si volevano sfogare un po’ - continua la vicina - e io rispondevo sempre di stare attenti. Consigliavo anche di denunciarlo, ma non volevano, c’era un clima pesante ».

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