Crespi rinasce, raggiunto l’accordo per il rilancio dello storico villaggio operaio

La svolta Intesa sull’operazione, entro l’autunno prevista la firma. L’ex opificio ospiterà funzioni pubblico-private. Il gruppo Percassi investirà 120 milioni, il pubblico quasi 15.

Il futuro torna a bussare alle porte di Crespi d’Adda: dopo anni di confronti anche duri, è stata raggiunta l’intesa per il rilancio dello storico villaggio operaio. Ora mancano gli ultimi passaggi tecnico-procedurali, qualche dettaglio, e per l’autunno l’Accordo di programma sarà nero su bianco: il 2023 dovrebbe finalmente essere l’anno in cui i sogni cominceranno a prendere forma compiuta con il via ai cantieri. L’ex opificio ha chiuso i battenti nel 2003, quando il Gruppo Polli (che nel 1989 aveva acquisito la proprietà dalla famiglia Legler) sposta tutta la produzione in quel di Ponte San Pietro. Dieci anni dopo scende in campo Antonio Percassi che acquista l’immobile con l’intenzione di rilanciarlo in grande stile con funzioni pubblico-private ed espositive. La strada però si dimostra più complessa del previsto con ostacoli in serie: ora, finalmente, il traguardo sembra davvero a un passo per quello che dal 1995 si fregia del riconoscimento di sito Unesco.

Un lavoro a più mani

Per la firma bisognerà attendere ancora qualche mese, sicuramente dopo l’estate, più probabilmente in autunno: lunedì è in agenda una seduta del Collegio di vigilanza (dell’Accordo di programma) che dovrebbe mettere la parola «fine» al testo dell’intesa con l’approvazione formale. Poi ci sono ulteriori passaggi per arrivare alla chiusura della vicenda. Un lavoro a più mani, un tavolo che ha visto protagonisti oltre al gruppo Odissea (la holding del Gruppo Percassi), la Regione (con in testa l’assessore Claudia Terzi), il Comune di Capriate (in primis il vicesindaco Cristiano Esposito), la Provincia e i progettisti dello Studio De8. Un accordo frutto di equilibri delicati sia sul fronte delle destinazioni che della viabilità e delle contropartite urbanistiche. Tra le altre cose è previsto il rifacimento della rotonda del casello di Capriate e il potenziamento di quella di Leolandia e dell’ex hotel Cabina. Ma soprattutto è stata raggiunta l’intesa sui parcheggi di assestamento nell’area Leolandia, tema sul quale le trattative si erano più volte arenate.

Tra musei, negozi e albergo

Gli investimenti pubblici sull’intervento sfiorano i 15 milioni di euro, quelli in carico al gruppo Percassi superano i 120. L’ex opificio ospiterà più funzioni: espositive (compreso un museo a gestione comunale), terziarie e di servizio, commerciali e ricettive. La prima ipotesi di progetto elaborata ormai una decina d’anni fa dallo studio De8 prevedeva il recupero di 30 dei 90 mila metri quadri (sotterranei compresi) dell’ex fabbrica, oltre alle palazzine degli uffici e degli edifici che si affacciano lungo l’Adda. Ma è molto probabile che in questi anni qualcosa sia cambiato dal punto di vista degli assetti: il recupero sarà comunque lungo e complesso, in più lotti funzionali, e si articolerà in un arco di tempo non inferiore ai 10 anni. Non dovrebbe però essere mutata l’idea di fondo, qualcosa capace cioè di contemperare funzioni di natura privata con una fruizione comunque pubblica e turistica di un sito Unesco già ora molto visitato.

Una lunga storia iniziata nel 1877

Un nuovo capitolo di una storia iniziata nel 1877 quando Cristoforo Benigno Crespi, erede di una famiglia d’imprenditori tessili del Bustocco, acquista 85 «pertiche» nel comune di Capriate ed ottiene la concessione per la deviazione del corso dell’Adda. Il sogno è un villaggio operaio sul modello di quelli britannici (meraviglioso lo scozzese New Lanark, fondato nel 1786), capace di tenere insieme case, lavoro e servizi. Alla sua realizzazione in stile neogotico con qualche tocco di liberty qua e là si alternano 3 architetti e un ingegnere, tutti seguendo il medesimo filo concettuale: anche per questo Crespi è un unicum.

Poi la prima crisi negli anni ’30, la cessione alla Banca Commerciale Italiana prima, alla Sti di Bruno Canto poi e infine alla Legler. Fino alla chiusura e all’oblio. Ora Crespi è pronta a ripartire, forte della sua storia e bellezza, ben sintetizzate da mister Starbucks, al secolo Howard Schultz, partner commerciale di Percassi, che nel 2016 ha visitato il villaggio: «Mai vista una cosa del genere in vita mia, e mi creda, ne ho viste davvero tante…».

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