Delitto di Mapello, a processo il cugino della vittima

ISOLA. Ivano Perico, 62 anni, è in carcere dallo scorso maggio per l’omicidio della cugina Stefania Rota. Aveva confessato di averla uccisa al culmine di una lite scoppiata per questioni catastali.

Omicidio volontario aggravato da motivi abietti. Non è cambiata la principale accusa con la quale giovedì 21 dicembre il gup Federica Gaudino ha rinviato a giudizio Ivano Perico, 62 anni, in carcere dal 13 maggio scorso per il delitto della cugina, vicina di casa, nonché coetanea Stefania Rota, assassinata l’11 febbraio e trovata morta solo il 21 aprile nella sua abitazione di via XI Febbraio a Mapello.

L’uomo a giugno ha confessato di averla uccisa al culmine di una lite scoppiata per questioni catastali, i confini delle due proprietà divise da un capannone. La difesa aveva chiesto al giudice di non riconoscere l’aggravante dei motivi abietti perché, in virtù dei problemi di natura psichiatrica di cui era affetto e che a gennaio avevano portato a un ricovero nel reparto di psichiatria del «Papa Giovanni», Perico aveva finito per trasformare in un’ossessione un presunto torto subito che, nella sua mente ossessionata, aveva assunto dimensioni tali da non potersi considerare insignificanti. Il gup ha però accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Letizia Ruggeri.

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Come parte civile s’è costituito il geometra Davide Colombi Manzi, il titolare dello studio tecnico di via XI Febbraio a Mapello che a marzo Perico aveva tentato di incendiare per vendetta: il professionista, a detta del 62enne, lo avrebbe penalizzato nella pratica catastale. Il legale di Colombi Manzi aveva chiesto di mutare il reato del secondo capo di imputazione da incendio doloso a tentato omicidio, visto che il geometra al momento del raid (era andata a fuoco la porta d’ingresso) era all’interno. Istanza respinta: il reato resta incendio doloso. Come parti offese ci sono 16 parenti della vittima, parte dei quali assistiti dall’avvocato Eva Carminati. Via al processo il 26 marzo.

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