Cronaca / Isola e Valle San Martino
Giovedì 30 Ottobre 2025
Morto di stenti nel lager nazista, dopo 81 anni le spoglie di Ravasio tornano ad Ambivere
LA CERIMONIA. Domenica la solenne tumulazione nel cimitero del paese. I familiari del bersagliere deportato dopo l’armistizio: «Un cerchio che si chiude». Il sindaco: «La sua è una lezione di coraggio».
Per i suoi familiari è «un cerchio che finalmente si chiude» dopo un’attesa durata oltre ottanta anni. Le spoglie del bersagliere Alessandro Ravasio, morto nel 1944 in un campo di prigionia nazista, tornano a casa, ad Ambivere, per la solenne tumulazione presso il cimitero comunale. La cerimonia in programma domenica, in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate che si celebra martedì 4 novembre, sarà dedicata al ricordo di quei militari che durante la Seconda guerra mondiale, dopo l’armistizio del’8 settembre 1943, scelsero di andare incontro alla prigionia e al lavoro coatto in Germania piuttosto che aderire alla Repubblica sociale italiana e combattere al fianco delle forze armate tedesche. Alla manifestazione promossa dal Comune insieme a numerose associazioni del territorio saranno presenti anche la figlia Margherita Ravasio, 85enne, e il presidente dell’associazione nazionale bersaglieri, generale Giuseppenicola Tota.
La storia di Ravasio, deportato nello Stalag di Lamsdorf
Classe 1909, nativo di Ambivre, Ravasio fu bersagliere nel 224° Battaglione costiero, 2ª compagnia, di stanza nei pressi di Trieste. Padre di due figli, partito da casa nel 1942, dopo armistizio venne fatto prigioniero come internato militare italiano (Imi) e deportato nel campo di prigionia di Lamsdorf (oggi Lambinowice, Polonia), noto come Stalag 344, dove morì di stenti il 15 maggio 1944, dopo mesi di sacrifici e privazioni. «Sarà una giornata di grande commozione, un secondo atto dopo che nelle scorse settimane abbiamo partecipato alla cerimonia solenne per la riconsegna dei resti mortali dei caduti della Seconda guerra mondiale, organizzata, presso il Tempio nazionale dell’internato ignoto di Padova, dal Comando territoriale nord dell’Esercito italiano - spiegano i familiari di Ravasio -. Il suo ritorno a casa è la chiusura di un cerchio, il più grande desiderio della moglie Pasquina, oggi defunta. Lei ci raccontava che in quegli anni difficili si recava sempre alla stazione di Bergamo, nei giorni dell’arrivo delle tradotte con a bordo i soldati reduci dall’internamento, nella speranza di poter riabbracciare il marito. Una donna caparbia, che ha sempre desiderato il ritorno a casa del suo caro, nonostante le difficoltà burocratiche. E che negli Anni Ottanta, con l’Europa ancora divisa in blocchi, ha viaggiato in pellegrinaggio fino alla Polonia, al monumento presso la fossa comune di Lambinowice».
Il programma delle commemorazioni di domenica
Per il suo sacrificio Ravasio è stato insignito della medaglia d’onore conferita dalla presidenza del Consiglio dei Ministri (2016) e del titolo di cittadino benemerito di Ambivere (2018). «È un onore poter accogliere finalmente le sue spoglie e rendere omaggio a un concittadino che con la sua scelta estrema ci ha lasciato una grande lezione di coraggio e integrità, sacrificando la propria vita per fedeltà alla Patria», commenta il sindaco di Ambivere, Vittorio Leoni. La giornata di domenica si aprirà alle 9,45 con l’adunata presso la nuova piazza di via Alcide De Gasperi. A seguire, alle 10, la partenza del corteo commemorativo, con deposizione di corone d’alloro in memoria del capitano Vittorio Gasparini e al monumento degli alpini. Alle 10,30, la Messa nella parrocchiale in onore del bersagliere Ravasio; poi la cerimonia istituzionale presso il monumento dei caduti, sul sagrato della chiesa, con benedizione del monumento dei caduti restaurato, alzabandiera e interventi delle autorità e, infine, la commemorazione dei defunti e la solenne tumulazione al cimitero. Al termine della cerimonia è previsto anche un momento conviviale.
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