Pioggia «provvidenziale», ma non basta per i raccolti

Crisi idrica Sollievo a tempo per i campi le precipitazioni dei giorni scorsi. Coldiretti: «Alcune colture irreversibilmente compromesse dalla siccità».

Le riserve idriche della Lombardia sono sotto del 55% rispetto alla media del periodo. A inizio aprile si era arrivati a -70%, con le piogge degli ultimi giorni la situazione è migliorata, ma l’ombra della carenza d’acqua continua ad allungarsi su tutto il territorio: montagna, valli e pianura rischiano di restare a secco. La più recente edizione del bollettino sullo stato delle riserve idriche pubblicato dall’Arpa giovedì scorso, e che tiene conto delle precipitazioni registrare fino al 1° maggio, non lascia spazio a dubbi: rispetto ai quasi tre miliardi di metri cubi di acqua solitamente accumulati in questa fase dell’anno nel manto nevoso in montagna, nei bacini artificiali o nei grandi laghi prealpini, ce ne sono soltanto 1,3. Le piogge del fine settimana, che saranno conteggiate nel prossimo bollettino, potrebbero leggermente migliorare la situazione, ma nessuno si fa illusioni.

Per esempio, per quanto riguarda le riserve idriche, proprio grazie alle piogge di due settimane fa, i dati sul riempimento dei laghi mostrano al 1° maggio un +10% rispetto alla settimana precedente, seppur il confronto con la media 2006-2020 in questo periodo rimanga pesantemente negativo (-43.1%).

Secondo Coldiretti Bergamo, la pioggia delle ultime due settimane «è provvidenziale» per le colture che sono appena state seminate, come il mais, mentre per quelle seminate in autunno il rischio è che la situazione sia già compromessa. «Per frumento, orzo e loietto (un’erba foraggera, ndr) lo stress idrico che hanno dovuto affrontare ridurrà fortemente il loro raccolto. E anche per il mais non ci dobbiamo fare illusioni: molto dipendere dall’evoluzione climatica dei prossimi giorni e settimane».

Leggi anche
Approfondisci l'argomento sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo del 10 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA